Champagne: la storia del vino più famoso al mondo
La storia enologica dello Champagne inizia con l’Impero Romano. Prodotto con il metodo Champenoise, nel corso del Settecento sono stati effettuati degli studi sulle fermentazioni e si è iniziato a capire il processo alla base della presa di spuma. La nascita dello Champagne è sospesa tra realtà e leggenda, ma il merito della sua invenzione viene attribuito al monaco benedettino Pierre Pérignon, figura realmente esistita nel monastero di Saint-Pierre d’Hautvillers dove svolgeva il ruolo di incaricato alla cura delle vigne e alla vinificazione delle uve dei monaci. Sembra che fu la Maison Dom Pérignon a perfezionare l’assemblaggio dei vini in cuvées e a migliorare tutti gli aspetti organolettici e le problematiche che si manifestavano durante il processo produttivo. Fu solo all’inizio del 1880 che un dipendente della celebre vedova Clicquot sviluppò il cosiddetto rémuage, ovvero la rotazione delle bottiglie aumentando la qualità dello Champagne, perfezionando il vino che oggi conosciamo.
Territorio e aree di produzione
La zona dello Champagne, celebre in tutto il mondo, è la zona vinicola posta più a nord in Europa, caratterizzata da condizioni pedo-climatiche singolari. Il clima locale contraddistinto da pioggia, umidità e gelate invernali, influisce sulla coltivazione delle vigne lasciate basse in modo da sfruttare il calore della terra e del sole. I singoli vitigni coltivati nella Champagne hanno ciascuno un proprio ruolo e diversità: lo Chardonnay per il frutto e la morbidezza, il Pinot Nero per la struttura e l’eleganza, il Pinot Meunier per la sapidità e la complessità aromatica. L’area di produzione della bollicina francese si estende in cinque aree: Montagne de Reims, Côte des Blancs, Vallée de la Marne, Côte de Sézanne e Aube. Il terreno gessoso e molto poroso è in grado di trattenere molta acqua per le viti evitando loro lo stress idrico, ma senza offrire le migliori condizioni fertili e di crescita. È noto che la vite è in grado di dare i migliori risultati proprio in condizioni difficili.
Ad ogni Champagne la sua classificazione
La regione della Champagne come la conosciamo oggi risale al 1927, grazie al lavoro svolto dall’INAO (Institut National des Appellations d’Origine). La disposizione dei vigneti viene classificata con un sistema del 1911 detto “Scala dei Cru”, sulla base della qualità di ogni singolo cru e alla sua distanza dal cuore commerciale della Champagne, cioè Reims e Epernay. Le tre categorie sono Grand Cru, Premier Cru e Cru. Attualmente solamente 17 Comuni sono classificati come Grand Cru, 41 come Premier Cru e i restanti 255 come Cru. I 17 Grand Cru della Champagne sono: Louvois, Bouzy, Ambonnay, Verzy, Verzenay, Mailly-Champagne, Beaumont-sur-Vesle, Sillery e Puisieulx nella zona nota come Montagne de Reims; Aÿ e Tours-sur-Marne nella Vallée de la Marne; Oiry, Chouilly, Cramant, Avize, Oger e Mesnil-sur-Oger nella Côte des Blancs. Gli Champagne sono sempre elaborati a partire da vini base detti cuvées, che hanno in genere caratteristiche organolettiche poco invitanti se bevuti prima dell’inizio della rifermentazione in bottiglia, essendo generalmente piuttosto acidi e poco alcolici. Nel caso dei cosiddetti Sans Année la cuvée è composta da diversi vini provenienti da diverse annate, mentre da vini diversi della stessa annata per i Millésimes o Vintage.
Bollicine francesi a tavola
In base alle uve utilizzate, lo Champagne si presenta con un ritratto fine e intenso regalando note fruttate e tostate con un tocco agrumato. Solitamente viene servito in un calice flûte oppure nella coppa, la tipica forma Champagne, ad una temperatura di servizio inferiore ai 9°C. Lo Champagne è un meraviglioso aperitivo, ma è un altrettanto ottimo compagno con abbinamenti culinari essendo particolarmente versatile ad ogni situazione. Ostriche e Champagne è l’abbinamento prestigioso e raffinato più conosciuto al mondo, ma è perfetto in generale con tutti i frutti di mare, grazie alla sua ampia gamma di sentori freschi e agrumati. Con il formaggio si sposa alla perfezione, ma anche con risotti, ravioli ripieni o con un piatto di street food, in quanto il fritto lo equilibra e ne aumenta i profumi. Proprio come per l’aperitivo, l’abbinamento Champagne e dolci è un classico della gastronomia, ottimo per esempio con una crostata di frutta o con una torta di fragole.