I migliori vini bianchi della Campania
La viticoltura in Campania è molto antica, tanto che i suoi vini erano già noti nell’Antica Roma. Gli Antichi la chiamavano Campania Felix, dove per Felix si intendeva un territorio estremamente vocato e fertile, grazie ai terreni di origine vulcanica presenti in tutta la regione, dai Campi Flegrei al Vesuvio. Dal punto di vista geografico in questa regione si distinguono cinque zone vinicole: il Casertano, l’area tra Napoli, Ischia, l’Irpinia, il Beneventano e il Cilento. Oltre che per i suoi vini rossi, questa regione è famosa per i bianchi, tra cui il Fiano di Avellino DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), il Greco di Tufo DOCG, la Falanghina del Sannio DOC, a cui vanno aggiunte tutta una serie di altre denominazioni molto interessanti, tra cui i Campi Flegrei DOC, Tramonti Costa d’Amalfi DOC, Vesuvio DOC e Campi Flegrei DOC.
Grandi denominazioni
Il Fiano di Avellino, vitigno di origine greca, tanto amato da Federico II di Svevia, è tra le icone della Campania. Secondo il disciplinare di produzione può essere prodotto con un minimo dell’85% di Fiano, a cui aggiungere Trebbiano toscano e Coda di Volpe per il rimanente 15%. Il Greco di Tufo è un altro vitigno molto antico, la cui origine risale probabilmente al I secolo a.C., tanto da essere stato probabilmente persino raffigurato in un affresco di Pompei. Oltre alla versione ferma, il disciplinare consente anche la produzione di uno spumante da Greco nelle tipologie extra brut e brut, che deve affinare sui lieviti almeno 36 mesi. La zona di produzione è quella a nord di Avellino sino ai confini della provincia del beneventano, ricompreso in parte nell’area territoriale del parco regionale del Partenio.
Abbinamenti da provare
Molto versatile nell’abbinamento il Fiano di Avellino DOCG, dal colore paglierino intenso, naso di frutta gialla, con ricordi minerali, sorso sapido e chiusura di spezie, è certamente tra i bianchi più famosi della Campania. Questa icona del buon bere campano si presta agli abbinamenti più trasversali, a partire dagli antipasti di mare, i primi in insalata, i crostacei e le carni bianche. Da non perdere il classico abbinamento con la mozzarella di bufala, dove il Fiano si esprime accompagnando questo intenso formaggio, senza coprirlo, ma esaltandone le caratteristiche di freschezza. La versione spumantizzata del Greco di Tufo è ricca di verve, da scegliere a tutto pasto con un trionfo di mazzancolle, fritture e crudi, preparazione su cui non disdegnare anche la versione ferma, che però per struttura e intensità può giocare con piatti dalle caratteristiche più complesse, come un ghiotto baccalà mantecato.
Sapori e aromi più armonici
La Falanghina del Sannio è un altro bianco campano di grande personalità, che viene prodotto nella versione spumantizzata - ottimo con le capesante -, mentre quella ferma, dai sentori lievemente tropicali, è meravigliosa con un risotto al nero di seppia. Tra i migliori vini vulcanici della Campania bisogna citare le denominazioni Vesuvio e Campi Flegrei DOC. La Falanghina di quest’ultima denominazione, minerale e sapida al palato, si abbina molto bene alle triglie, ai crudi di mare e alla parmigiana di melanzana. La Falanghina del Vesuvio, spesso segnata da profumi di pietra focaia, sorso sapido e godibilissimo, è indimenticabile col filetto di pesce spada aromatizzato con gli agrumi. Insomma, ora che avete qualche idea in più non vi resta che sbizzarrirvi e provare con vari abbinamenti, sia dentro che fuori regione!