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Marche

Le Marche sono un territorio dal paesaggio molto ricco, a metà tra la montagna e la collina, dove le fasce pianeggianti sono limitate da corsi d’acqua. Queste caratteristiche geografiche, assieme al clima e ai suoli variegati, rendono questo territorio estremamente vocato per la produzione del nettare di Bacco! Non ci credi? Scopri subito sull’e-commerce di Signorvino il meglio del vino rosso marchigiano: puoi acquistare online le etichette di importanti cantine, che sapranno stupirti per la loro incredibile qualità. Marche: infinito amore in rosso!

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I migliori vini rossi delle Marche

Nelle Marche sono censiti oltre 200 vitigni autoctoni, sia bianchi che rossi, un patrimonio ampelografico molto ricco, che la dice lunga sulla vocazione enoica di questa regione. Tra i vini rossi delle Marche fanno la parte del leone sicuramente il Rosso Conero, il Rosso Piceno e il Lacrima di Morro D’Alba. Il Rosso Conero è una DOC (Denominazione di Origine Controllata) della zona dell’omonimo promontorio, a metà della costa adriatica, per il quale si utilizza il Montepulciano in purezza, la stessa varietà che si trova in Abruzzo, con l’aggiunta di Sangiovese fino al 15% massimo. Un rosso dall’intenso colore rubino, profumi di marasca, piccoli frutti rossi e speziatura, che si ritrovano coerenti anche in bocca. La speziatura è una caratteristica, che si ritrova anche nelle versioni non passate in legno, per la presenza di sostanze odorose (terpeni) molto concentrate nelle bucce delle uve. Questo vino è prodotto nei comuni di Riviera del Conero, Camerano, Sirolo, Numana, Castelfidardo e Osimo. Il Rosso Piceno è un altro ottimo vino, prodotto nella zona del fiume Metauro, tra le provincie di Pesaro e Ancora, al confine con l’Abruzzo. Il disciplinare di produzione prevede che si possa usare dal 35% al 70% di Montepulciano, più il rimanente di Sangiovese. Esistono quattro tipologie di questo vino: Rosso Piceno, Rosso Piceno Novello, Rosso Piceno Sangiovese e Rosso Piceno Superiore, tutti con caratteristiche organolettiche ben diverse.

Grandi denominazioni del vino rosso marchigiano

Il Rosso Piceno ha dei colori che virano tra il violaceo e il rubino, profumi tipici di ciliegia e more, sorso intenso e giustamente tannico, mentre salendo verso il Superiore, questo prodotto - che ha almeno un grado alcol in più alto rispetto al base – vanta maggiore corpo, intensità e persistenza. C’è poi un altro vino rosso delle Marche dalle caratteristiche peculiari, il Lacrima di Morro d’Alba, che secondo il disciplinare deve essere prodotto con l’omonimo vitigno (85%-100%) più altre uve a bacca rossa. La zona di produzione è quella della provincia di Ancona nei comuni di Morro d’Alba, Monte San Vito, San Marcello, Belvedere Ostrense, Ostra e Senigallia, in un territorio che risente positivamente delle influenze del mare Adriatico. A questo va aggiunto anche il suolo di carattere calcareo e argilloso, che arricchisce di mineralità e di intensità (specie nel colore), questo prodotto. Esistono almeno tre versioni consentite, il base, il Superiore e il passito, a cui si aggiunge anche il novello. Il Lacrima di Morro d’Alba base necessità di un affinamento di almeno un anno, per avere un rosso da pronta beva, tannino lieve e ottima freschezza, che si arricchisce di corpo e tempra nella versione Superiore. Il passito è un prodotto completamente diverso, che piace per gli aromi di marmellata, delicata speziatura e per il sorso dolce, ma equilibrato.

Abbinamenti con i vini rossi delle Marche

Tra le verdi colline marchigiane che scendono verso il litorale adriatico, solcate da vallate naturali, si trovano territori particolarmente adatti alla coltivazione della vite. Grazie a moderne tecniche di vinificazione e alle condizioni climatiche favorevoli, la qualità del vino delle Marche è fortemente aumentata dopo il secondo dopoguerra, e attualmente in questa regione sono censite oltre 200 tipologie di vitigni. Allo stesso tempo, la cucina marchigiana è molto rinomata, soprattutto per quanto riguarda i piatti a base di pesce e ortaggi, come la razza coi peperoni, le seppie con piselli e il polpo con patate. Di seguito vediamo gli abbinamenti migliori con i vini rossi marchigiani. Il Rosso Conero e il Rosso Piceno si abbinano molto bene con la cucina tradizionale, come un ricco ragù con cui condire gli agnolotti o i ravioli. Il Conero Rosso, in particolare, si sposa con primi piatti saporiti conditi da sughi di carne o selvaggina oppure con carni rosse arrosto o alla brace. Il rosso Piceno invece si abbina a minestre e bolliti, a pasta con salse leggermente piccanti, ai salumi e ai formaggi locali, come la caciotta di Urbino. Le versioni Superiore di entrambe le denominazioni possono essere abbinate a piatti più strutturati, come filetto o brasati di cinghiale.

Sapori e aromi più armonici

Il Lacrima di Morro d’Alba è un vino che si presta ad abbinamenti trasversali, persino con la zuppa di pesce o con lo stoccafisso all’anconetana, uno tra i piatti più famosi della cucina delle Marche. Il suo abbinamento ideale, infatti, è con i piatti tipici della tradizione marchigiana, infatti si accompagna bene al salame lardellato tipo “Fabriano”, ciarimboli, salsicce di fegato, primi piatti al ragù. Ma anche a piatti a base di carni bianche, anche se speziate o strutturate, come coniglio, tacchino arrosto o carni alla griglia. Un ulteriore abbinamento da provare è quello con il brodetto di pesce all’anconetana, un piatto estivo caratteristico, composto da pesci della zona e servita in piatti fondi con fette di pane abbrustolito. I passiti invece si sposano perfettamente a piccoli dolci secchi ma anche a formaggi stagionati o erborinati. Per quanto riguarda la denominazione di origine Colli Maceratesi DOC, esistono quattro tipologie di rosso: base, Sangiovese, riserva e novello. Questi vini si prestano a svariati abbinamenti, tra cui salumi, piazza con formaggio, piatti a base di carni bianche, coniglio in porchetta e pollo in casseruola. Il rosso Colli Pesaresi, invece, composto in prevalenza da uva Sangiovese, è ottimo se accompagnato da carni rosse arrostite oppure con formaggi poco stagionati.