I migliori vini bianchi delle Marche
La viticoltura delle Marche è davvero antica, tanto che molti dei vitigni autoctoni recentemente censiti, sia a bacca rossa che a bacca bianca, sono originari della Grecia Antica. Tra i vini bianchi delle Marche i vitigni più famosi sono il Verdicchio, la Passerina e il Pecorino, questi ultimi condivisi anche con l’Abruzzo. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi è prodotto nelle province di Ancora e in quella di Macerata, mentre per la versione “Classico”, che delimita la zona produttiva più antica, è escluso il territorio a sinistra del fiume Misa e quello dei comuni di Ostra e Senigallia. Secondo il disciplinare di produzione, questo vino bianco deve essere prodotto con almeno l’85% di Verdicchio, più un altro 15% massimo di altre uve a bacca bianca. Tra le tipologie ammesse ci sono la versione “base”, spumante, Riserva, Passito, Classico, Riserva e Superiore, ognuna con proprio carattere e personalità.
Grandi denominazioni
Un’altra interessante denominazione delle Marche è l’Offida DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), che cade geograficamente nella parte sud della regione al confine con le province di Ascoli Piceno e Fermo, e che si estende su un’area che va dalla zona litoranea sino alla media alta collina. In questa DOCG si trovano sia la Passerina che il Pecorino, due autoctoni che negli ultimi dieci, quindici anni sono passati da essere vitigni semisconosciuti, al limite dell’estinzione, a due campioni di popolarità. L’Offida Passerina è molto apprezzata anche nella versione spumante e si distingue per un’ampia e complessa intensità olfattiva, che si ritrova coerente anche al palato. Se la Passerina vira verso profumi opulenti, spesso tropicali, il Pecorino ha tempra più minerale e agrumata, che gli conferisce un carattere ben definito.
Abbinamenti da provare
Dal colore paglierino, spesso con sfumature verdi, il Verdicchio dei Castelli di Jesi è un bianco dal profumo delicato, con netti richiami ai fiori bianchi e alla frutta secca, come le mandorle, che si percepiscono perfettamente, specie queste ultime, anche al palato. È un vino, che può andare da un minimo di 12% oltre i 15%, nella versione passito, che si presta ad abbinamenti trasversali. La versione Spumante si abbina molto bene con i piatti di mare o come aperitivo, magari gustandoselo con dei crostacei o con le tipiche olive all’ascolana. In generale qualsiasi vino spumante ben si adatta ai fritti, perché la presenza dell’anidride carbonica pulisce il palato, preparandolo per un secondo boccone. Il Verdicchio Classico o Riserva, segnati entrambi da maggiore corpo e struttura, possono essere abbinati a piatti più complessi e intensi, come un salmone in crosta di pistacchi o degli sfiziosi calamari ripieni.
Sapori e aromi più armonici
La versione passito del Verdicchio mantiene sempre una buona spalla acida, che ne riequilibra il palato, tanto da non stancare dopo il primo sorso. Questa caratteristica di buona bevibilità permette di giocare con questo vino, abbinandolo ai formaggi, non solo erborinati, sino ai dessert di pasta frolla e alle creme. Dagli aromi di ananas, fiori di sambuco e lime, sorso piacevolmente sapido ed elegante, l’Offida Passerina è un bianco che ha bisogno di abbinamenti di altrettanta portata gustativa, come un ghiotto pesce spada con acciughe e capperi o dei filetti di salmone alla mediterranea. Dal carattere più minerale e asciutto, l’Offida Pecorino si presta molto bene ad accompagnare un antipasto di crostacei o dei gamberoni al forno, conditi con della citronette. Ora che avete qualche ispirazione in più, non vi resta che provare i vari abbinamenti e scoprire i vostri preferiti!