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I migliori vini rossi italiani
Nell’Italia del vino, si producono importanti etichette in tutte le regioni, ma ce ne sono alcune che sono diventate delle icone in tutto il mondo. Toscana,Piemonte,VenetoeLombardia sono alcune di queste perle enologiche, dove si producono importanti denominazioni come Brunello,Bolgheri,Barbaresco,Chianti,Barolo,Valpolicella,Amarone e Sforzato. Molti non sanno che alcuni di questi vini, declinati in denominazioni diverse, hanno lo stesso vitigno rosso come base. È il caso del Sangiovese grosso con cui si produce il Brunello, il Rosso di Montalcino, il Chianti, il Chianti Classico, il Vino Nobile di Montepulciano e il Morellino di Scansano, vini molto diversi gli uni dagli altri.
Grandi denominazioni del vino rosso
Questo dimostra quanto il concetto di terroir di un vino vada molto oltre al suo vitigno, ma includa il suolo, la zona pedoclimatica, l’esposizione, l’allevamento della vite e la mano dell’uomo. Anche con il Nebbiolo si produce in Piemonte sia il Barolo, detto il “re dei vini e il vino dei re”, che il Barbaresco, il Gattinara e il Ghemme, oltre alle sue svariate denominazioni meno note (ad esempio il Boca, Bramaterra, Langhe, Lessona ecc.). In Lombardia con il Nebbiolo, qui chiamato Chiavennasca, si produce un altro grande vino rosso da invecchiamento, lo Sfursat, assieme ad altre importanti denominazioni, come il Valtellina Superiore Inferno, anche nella versione Riserva, il Valtellina Superiore Maroggia, Sassella, Grumello e Valgella.
Produzione dei vini rossi
La primaria differenza nella produzione di un vino rosso, da uno bianco, è la macerazione delle bucce a contatto col mosto. Quando inizia la fermentazione alcolica di uve a bacca rossa, le vinacce vengono lasciate a contatto col mosto, affinché le bucce possano rilasciare importanti sostanze, come pigmenti e antociani. In base al vitigno e alle scelte del produttore, ci possono essere delle macerazioni brevi, di 5-6 giorni, con le quali si otterrà un vino rosso giovane, dai colori vivaci e da pronta beva. Se le macerazioni si prolungano di più (dai 20 giorni a salire), il rosso si arricchisce di colore, sostanze odorose e polifenoli, che daranno al vino maggiore struttura e potenzialità di invecchiamento. Dopo la fermentazione alcolica, si prevede quasi sempre la malolattica, che rende il vino più morbido. L’affinamento del vino rosso può essere fatto in solo acciaio, per mantenere le caratteristiche organolettiche tipiche del vitigno, o avere un passaggio in legno, sia grande che piccolo, per arricchire il prodotto di maggiore complessità gusto-olfattiva.
Abbinamenti coi rossi
C’è rosso e rosso, oltre a qualche mito da sfatare. I migliori vini rossi accompagnano certamente le carni, grazie alla struttura e alla presenza del tannino, ma possono accompagnare anche le preparazioni a base di pesce, seguendo certe accortezze. Nel caso di una ricca zuppa di pesce dal sapore deciso si può abbinare un Pinot Nero piuttosto giovane, mentre con lo stoccafisso si può provare una Lacrima di Morro d’Alba. Con piatti semplici a base di pollo, vitello o manzo, invece, meglio puntare su vini rossi leggermente corposi come ad esempio il Bardolino o il Montepulciano d’Abruzzo oppure vini un po’ più corposi come il Rosso di Montalcino. Con piatti più elaborati, come arrosti di maiale e agnello o formaggi dal sapore forte, meglio puntare su vini invecchiati e corposi, come Amarone, Barolo e Cabernet Sauvignon. In linea di massima, se si hanno dei dubbi, l’abbinamento regionale può venirci in soccorso: un brasato di cinghiale chiama un Brunello, un cervo con composta di mirtilli si sposa bene col Lagrein, mentre per una lasagna col vero ragù alla bolognese si può stare un vivace Lambrusco.