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Lombardia

Quando si scopre la Lombardia enoica, se ne rimane colpiti per la sua qualità e diversità di produzione! A noi piace proprio per questo, perché si va dai rossi di pianura e collina, sino alle vette della montagna, dove la vite è coltivata quasi al limite della sua sopravvivenza. Se anche tu condividi la nostra passione per questa regione, stai con noi: sull’e-commerce di Signorvino trovi i migliori vini rossi lombardi dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. Dalle piccole produzioni di nicchia alle cantine più note, fino alle etichette che sono entrate nella storia. Acquista online: la Lombardia non è mai stata più vicina!

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Lombardia

I migliori vini rossi della Lombardia

In Lombardia si producono importanti etichette, di vini sia bianchi che rossi, alcune delle quali sono diventare sinonimo di viticoltura eroica. Tra queste i migliori vini rossi lombardi di questa tipologia sono lo Sforzato e il Valtellina Superiore. È incredibile quali eccellenze si possano produrre in questa regione col Nebbiolo, un vitigno tanto noto anche in Piemonte e Valle d’Aosta. In Lombardia con questa nobile uva a bacca rossa, qui chiamata Chiavennasca, si produce un grande vino da invecchiamento, lo Sfursat o Sforzato di Valtellina, assieme ad altre importanti denominazioni che certamente non possono assolutamente essere considerate minori. Lo Sforzato è un rosso da uve passite, che nel 2003 ha ottenuto la DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), le cui uve vengono lasciate, per non meno di tre mesi, ad appassire in appositi fruttai. Questa fase di produzione è tra i momenti più delicati di tutto il processo, perché per avere un vino di alta qualità è necessario che l’appassimento sia constante e lento, senza che l’uva venga sottoposta a sbalzi termici o sia attaccata da muffe prodotte dall’umidità. Si calcola che dopo l’appassimento l’uva perda il 40% del proprio peso, concentrando le caratteristiche organolettiche e sviluppandone altre tipiche dell’appassimento.

Grandi denominazioni del vino rosso lombardo

A questo punto l’uva è pronta per essere pigiata, per poi essere affinata per non meno di 20 mesi in legno e bottiglia. Il titolo alcolometrico volumico minimo è di 14% per un vino robusto, che sviluppa colori che virano al granato, profumi di frutti rossi surmaturi, spesso di marmellata di more e ribes, soffi di spezie dolci, palato complesso e lungo. Oltre allo Sforzato di Valtellina DOCG col nebbiolo si producono altri rossi lombardi come il Valtellina Superiore Inferno, anche nella versione Riserva, il Valtellina Superiore Maroggia, Sassella, Grumello e Valgella. La Lombardia dei rossi è anche Pinot Nero, specie in Oltrepò Pavese, una zona antichissima, dove la vite è coltivata sin dal 40 a.C. In questa regione il Pinot Nero può essere spumantizzato nella versione rosè, denominazione Cruasé, e vinificato fermo. Tra i vini più tradizionali di questo territorio da 13mila 500 ettari c’è la Bonarda DOC, prodotta con l’uva rossa Croatina (da non confonderla col vitigno piemontese Bonarda, che fa parte di molte DOC di quella regione). Tra i grandi rossi dell’Oltrepò Pavese vi segnaliamo il pregiato Buttafuoco, vinificato con Croatina, Barbera, Uva Rara e Ughetta.

Abbinamenti con i vini rossi lombardi

In una terra dove il risotto è tra i piatti più famosi, come quello con zafferano e ossobuco, vi suggeriamo di sperimentare senza remore, provando denominazioni diverse! Qualche esempio? Col risotto alla milanese andate su una Barbera, mentre con quello alla pasta di salame, abbinate una ricca Bonarda. Il Bonarda è un vino a tutto pasto, che può essere gustato anche con torte salate, agnolotti, ravioli di carne, salumi, carni bianche arrosto o in umido e formaggi mediamente stagionati. Se amate la Cassoeula con le verze, densa e dalla forte grassezza (i veri cultori del piatto ci mettono anche i piedini e il musetto del maiale!!), vi serve un rosso dalla spiccata tannicità o brioso, come il Lambrusco Mantovano. Questo vino frizzante è ottimo anche per accompagnare un piatto di tortellini, bollito, maccheroni con sugo di coniglio e carni bianche. Può anche essere abbinato a specialità di pesce come fritto di acqua dolce, anguilla, trota e calamari. Se i primi di montagna sono la vostra passione, i pizzoccheri sono la risposta, a cui potete abbinare un Valtellina Superiore Inferno, un vino dal sapore asciutto e leggermente tannico. Si abbina bene a tutti i piatti tipici valtellinesi, tra cui la polenta e l’agnello alla valtellinese.

Sapori e aromi più armonici

Con una fetta di prelibato Bitto storico, invece, osate con un calice di Sforzato di Valtellina. Questo vino può essere gustato anche con una lepre in salmì oppure con dei bocconcini di capriolo, ma anche da solo, come vino di meditazione. Con un Maroggia invece, vi consigliamo di assaggiare carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati. Il Sassella invece, può essere abbinato ai tipici Sciàtt valtellinesi, delle frittelle di grano saraceno ripiene di formaggio Casera. Il Grumello, grazie al suo profumo intenso e il sapore vellutato, si accompagna bene a carni importanti e formaggi stagionati. Invece il Valgella, date le sue note fresche floreali, può essere apprezzato insieme ai Pizzoccheri con verze, patate e burro fuso, bresaola e violino di capra. Oppure, anche con gli gnocchetti di Chiavenna con burro, salvia e rosmarino. E con la cotoletta alla milanese, la cui paternità si disputano da secoli l’Austria di memoria austroungarica e la Lombardia, quale vino abbinare? Un rosso Pinot Nero dell’Oltrepò, servito leggermente più fresco! Questo vino può anche accompagnare l’agnello, filetti di manzo, piatti di funghi porcini o tartufi, e pollo arrosto. Non vi resta che provare!