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I migliori vini rosati
In tutta la penisola si producono piacevoli vini rosati, ma ci sono alcune regioni e denominazioni, che sono diventati sinonimo di “vini rosa”. Tra queste ricordiamo in particolare Lombardia e Veneto. In queste regioni si produce il Chiaretto, un rosato che nasce nelle provincie di Brescia e Verona, nella zona del lago di Garda, dai delicati profumi di rosa e leggeri agrumi, sapido e fresco in bocca, sottile ed elegante. Esistono poi gli impareggiabili rosati del Salento, più intensi e di corpo rispetto ai cugini del Garda, perché prodotti con il potente Negroamaro. Ogni regione italiana, infine, cerca espressioni proprie per i rosati, spesso prodotti in Alto Adige con il Lagrein, o da uve internazionali come Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah.
La produzione del vino rosato
La prima considerazione che un viticoltore deve fare, per produrre vini rosati di qualità, è da quale vitigno si voglia partire. Ci sono vitigni che hanno nella buccia una ricchezza di pigmenti tali, che occorre fare una breve macerazione al mosto, per rendere il rosato non troppo smaccatamente tendente al rosso. Esistono quindi diverse tecniche, dai “vini di una notte”, le cui bucce macerano a contatto col mosto per 8-12 ore, in genere per chi produce solo vini rosati da un’intera partita, come nel caso del Chiaretto, fino alla tecnica del saignée o salasso. Quest’ultima tecnica è utilizzata da quei viticoltori che producono il maggior quantitativo di vino rosso, più una parte di rosato. In questo caso, infatti, le cantine prelevano una parte del mosto fiore dalla vasca dopo qualche ora dall’inizio della macerazione, in modo da vinificarlo a parte come rosato.
Caratteristiche dei vini rosati
Quando si è preparato il mosto base, si procede con la normale fermentazione, come previsto nel caso dei bianchi. Spesso i rosati vengono fermentati in acciaio, senza alcun passaggio in legno, in modo da mantenere inalterate le loro caratteristiche fruttate e floreali al naso, e quelle di freschezza in bocca. In alcuni casi, se il vitigno ha carattere e un buon corpo, come nel caso delle uve internazionali (Merlot, Cabernet Sauvignon ecc.), ci si può trovare di fronte a prodotti che sposano a metà le caratteristiche dei bianchi e dei rossi. È questo il caso di alcuni rosati degustati alla cieca, che sono stati scambiati, durante panel di degustazione, al naso per dei bianchi, e in bocca per dei rossi. È questo il magico connubio dei rosati: sanno essere sempre una bella sorpresa!
Come abbinare i vini rosati?
C’è davvero da divertirsi con i rosati, perché si possono abbinare praticamente a tutti i piatti, a patto che li si conosca molto bene. Nel caso di rosati dai profumi delicati e di buona freschezza gustativa, ci si può indirizzare sui formaggi freschi, paste e risi freddi, e preparazioni a base di verdure, come una ricca parmigiana di melanzane. Impareggiabili con i crostacei, soprattutto se segnati da buona sapidità, possono accompagnare anche i ragù o le carni bianche, se sono prodotti da vitigni importanti per struttura e tempra. A questo punto non vi rimane che sperimentare, anche andando su abbinamenti sui generis, come dei funghi trifolati o della pasta al forno. Provate!