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I migliori vini delle Marche
Le Marche sono particolarmente rinomate per i vini bianchi, soprattutto quelli ottenuti da Verdicchio. Si tratta di vini freschi, fruttati, con una vivace acidità e con un tipico sapore di mandorla nel finale, che hanno anche un buon potenziale di invecchiamento. Sebbene molti vini di successo commerciale siano prodotti a Castelli di Jesi, è nel terreno montuoso del Verdicchio di Matelica che si producono i vini più distinti e complessi. Al Verdicchio si affiancano uvaggi autoctoni come il Pecorino, che sta guadagnando popolarità dopo un passato nel dimenticatoio, e altri vitigni nazionali e internazionali come la Malvasia Toscana e il Pinot Bianco. Il vino rosso marchigiano che merita più attenzione è il Rosso Piceno, prodotto in gran parte da uve Sangiovese. L'uva Montepulciano, invece, entra nella produzione del Rosso Conero, un vino dal tannino importante e dai delicati sapori di sottobosco. Promossa di recente DOCG, la Vernaccia di Serrapetrona è un insolito rosso spumante che sta conquistando un suo seguito anche all'estero. Un altro vino marchigiano ottenuto da uve Vernaccia è il Lacrima di Morro d'Alba, tradizionalmente vinificato con l'aggiunta di un mosto da uve parzialmente appassite.
Storia della viticoltura nelle Marche
La presenza della vite nelle Marche risale molto probabilmente all’età del ferro, come dimostrato da alcuni ritrovamenti archeologici, e la produzione di vino nella regione si fa risalire all'epoca etrusca, fra il X e l'VIII secolo A.C.Le prime note sui vini delle Marche arrivano da Polibio, famoso storico greco, che, nelle sue cronache di guerra del 168 A.C., racconta che alcuni soldati in viaggio per le guerre puniche gustarono il buon vino dei Piceni. Gli stessi Romani amavano molto il vino del Picenum, antico nome delle attuali Marche, e persino Plinio il Vecchio aveva citato i vini locali nella sua importante opera Naturalis Historia. Ma bisognerà attendere la fine del 1500 perché si abbiano testi ufficiali con descrizioni e approfondimenti sulle uve e i vini marchigiani. Dal punto di vista enologico, il processo di ammodernamento è iniziato nel secondo dopoguerra, con l'impianto di vitigni selezionati inizialmente nelle zone collinari di Jesi, Cupramontana e sui Colli Piceni. Il conseguente salto di qualità è stato in seguito ufficialmente riconosciuto a partire dal 1962, con l'applicazione delle classificazioni DOC e DOCG per la tutela giuridica dei vini di qualità della regione.
Le zone di produzione vinicola nelle Marche
Le Marche presentano una serie di zone fortemente vocate alla coltivazione della vite. Le dolci colline costiere, come quelle intorno ad Ancona, ne sono un tipico esempio. I suoli calcarei e argillosi contribuiscono al terroir tipico, mentre la variabilità morfologica del paesaggio esercita una notevole influenza sul clima.La lunga costa adriatica della regione, da Ascoli Piceno alle colline di Senigallia, paradiso per gli amanti del pesce, produce per lo più vini bianchi. A sud di Ancona, alle pendici del massiccio del Conero, il Montepulciano prospera in un clima continentale, e in terreni ricchi di minerali di calcare gessoso e argilla. A sud del Conero, in un'area molto più ampia, si trova la zona del Rosso Piceno DOC. Qui il terreno è collinare e la maggiore vicinanza al mare si traduce in una spiccata acidità nel vino per l'influenza delle correnti dalla costa.Nelle Marche sono presenti 5 DOCG (Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Conero, Offida, Verdicchio di Matelica Riserva, Vernaccia di Serrapetrona) e 15 DOC. Esiste inoltre una denominazione IGT regionale per i vini marchigiani per la quale vengono usati vitigni locali oltre a Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot e Chardonnay.
I vini marchigiani più premiati
Ormai è un dato di fatto che l'enologia marchigiana è in continua crescita, e il numero di vini premiati con i massimi riconoscimenti dalle guide nazionali e internazionali ne sono solo l'ennesima conferma. Nell’ambito del Verdicchio, il produttore più rinomato è senza dubbio Ampelio Bucci, grande ambasciatore per la zona. La famiglia Bucci, che coltiva la vite nelle Marche sin dal 1700, possiede 26 ettari coltivati con metodo biologico. Le vecchie vigne e le basse rese danno vini di grande intensità. Il loro Verdicchio Castelli di Jesi Riserva è internazionalmente riconosciuto come uno dei migliori bianchi italiani. Spostandosi nella denominazione di Matelica, la cantina Borgo Paglianetto, nonostante la sua storia molto più recente, ha da subito raggiunto vette di eccellenza e popolarità, ottenendo I Tre bicchieri Gambero Rosso per il suo ‘Vertis’, splendida espressione del territorio. Anche se i rossi marchigiani continuano a rimanere un po’ nell’ombra del Verdicchio, una nota di merito va sicuramente alla cantina Velenosi, e al loro Roggio del Filare Rosso Piceno Superiore, uno dei pochissimi rossi nella regione premiato con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, e sicuramente il più rinomato.