La produzione del Prosecco
La prima differenza di massima da tenere in considerazione quando si parla di i migliori prosecchi italiani è quella riguardante le tecniche produttive, che si suddividono in due grandi categorie: le bollicine Metodo Classico e il Metodo Charmat (anche chiamato Metodo Martinotti o italiano). Il Metodo Classico prevede una rifermentazione in bottiglia, come nel caso di Franciacorta , Trento e Oltrepò Pavese, mentre per il Prosecco si utilizza il Martinotti-Charmat. Questo metodo prevede che dopo la prima fermentazione del vino base, l’enologo stabilisca la cuvée, ossia l’assemblaggio di vini a cui andrà aggiunto lo zucchero, i sali minerali e i lieviti selezionati. Questa massa viene posta in grandi autoclavi, dove si innesca la seconda fermentazione e la presa di spuma, che creeranno alcol, sostanze aromatiche e le bollicine tanto amate dagli appassionati di Prosecco. Al termine della fermentazione, che avviene in tempi piuttosto brevi, dai 30 giorni ai 6 mesi, il prodotto viene imbottigliato e può essere consumato. Esistono da qualche anno anche degli interessanti Prosecco da Metodo Classico.
Ogni Prosecco è legato a un territorio
Sembra semplice parlare di Prosecco, invece questo spumante molto amato ha diverse zone di produzione. In Italia si producono meravigliosi prosecchi, l’80% nasce nel Veneto e il rimanente 20% in Friuli-Venezia Giulia . I prosecchi hanno tre denominazioni: Prosecco DOC (Denominazione di Origine Controllata), Prosecco Superiore DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) e Prosecco Valdobbiadene DOCG Cartizze, ma qual è la differenza? La differenza tra DOC e DOCG è la stessa tra il Prosecco e il Prosecco superiore. Il DOC comprende la zona più estesa, tra Veneto e Friuli, in genere con vigneti di pianura. A dispetto dell’indiscutibile qualità di un Prosecco DOC, Il Prosecco Superiore DOCG regala alcune cose in più. Comprende le denominazioni Conegliano-Valdobbiadene e Asolo e lavorazioni in collina quasi completamente fatte a mano. La differenza si nota nel gusto: dato che la coltivazione si effettua su terreni molto argillosi, minerali e ricchi, la sua sapidità è molto sfaccettata, e piena di aromaticità rispetto ad un DOC. Il Valdobbiadene Prosecco DOCG Cartizze è il più apprezzato e ricercato della famiglia dei Prosecchi e viene prodotto nell’omonima collina; se stai cercando un Prosecco pregiato questo è per te.
Caratteristiche del Prosecco
L’uva principe del Prosecco è il Glera, un vitigno a bacca bianca semi aromatico che pare fosse coltivato anche nell’epoca romana. Questo vitigno è vigoroso, robusto e utilizzato almeno per l’85% del totale, a cui è possibile aggiungere un massimo del 15% di altri vitigni ammessi da disciplinare di produzione: Verdiso, Bianchetta Trevigiana, Glera lunga, Chardonnay , Pinot Bianco e Pinot Nero vinificato in bianco. Quest’ultimo vitigno, il Pinot Nero ma vinificato in rosso , rientra anche nella nuova versione del Prosecco Rosé DOC, che sarà prodotto tra pochi anni e che vede comunque la base dell’85% di Glera. Si tratta di un nuovo modo di bere Prosecco, che probabilmente farà la parte del leone soprattutto all’estero.
Come abbinare il Prosecco
Relegati per troppo tempo a prodotti per le feste, il Prosecco si è ricavato in questi ultimi anni un importante posto nel consumo quotidiano degli appassionati, ma con cosa si abbina il Prosecco? Il dosaggio dello spumante, spesso nella tipologia Extra Dry, consente abbinamenti trasversali con dei finger food di pesce e crostacei , salumi o con delle preparazioni a base di verdure, è ottimo durante l'aperitivo. Se amate il sushi di salmone, vi suggeriamo di andare invece su un Extra Brut, mentre con un Prosecco Brut Rosé a base Glera e Pinot Nero , vitigno quest’ultimo che dà maggiore struttura allo spumante, potete scegliere un piatto più strutturato, come dei tagliolini col luccio.