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Pinot Grigio

Questo vitigno internazionale, tipico della Borgogna, da tempo viene coltivato anche in Italia e più precisamente in Friuli-Venezia Giulia, in Veneto, Lombardia e Trentino-Alto Adige. Il suo nome riprende la forma conica del grappolo d'uva, che ricorda una pigna. Ecco che infatti il nome “pinot” deriva da “pin”, che significa pino. Il comune denominatore delle regioni nelle quali si coltiva il Pinot Grigio è il clima, poiché questo vitigno richiede un particolare terroir: necessita di un clima piuttosto rigido e di un particolare terreno favorevole alla sua coltivazione. Il vitigno del Pinot Grigio, come tutti i Pinot, è piuttosto delicato e necessita di alcune accortezze sia durante la coltivazione che in fase di lavorazione.

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Pinot Grigio

Il Pinot Grigio in Italia: le origini

Le prime menzioni del Pinot Grigio risalgono al 1883, secondo quanto indicato nell’Almanacco Agrario del Consiglio Provinciale di Agricoltura per il Tirolo. Qui si sottolineava di iniziare la sua coltivazione perché considerato un vitigno che dava raccolti abbondanti e permetteva la produzione di un vino Moscato molto fine ed elegante. La prima importazione avvenne qualche anno dopo, dalla sua terra di origine, la Borgogna. Fu il generale Sambuy ad importarlo in Italia, con il desiderio di coltivarlo nei suoi vigneti poco distanti dal Lago di Como. Questo vino ebbe così successo da diffondersi velocemente verso altre regioni, in tutta la Lombardia e il Veneto. La sua nomea crebbe a tal punto che, negli anni ’90, fu anche esportato negli Stati Uniti per essere coltivato in Oregon e in California. Dopo un primo picco di richiesta all’interno del territorio italiano, il Pinot Grigio iniziò ad essere gettonato solamente all’estero ed in particolare in Paesi come gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e il Regno Unito. Questi sono ancora i maggiori consumatori di Pinot Grigio, ed è qui che la maggior parte della produzione italiana viene destinata.

 

Coltivazione del Pinot Grigio: una mutazione genetica

Il Pinot Grigio è una mutazione dell’originario Pinot Nero. Si distingue anche per il suo colore: infatti, è l’unico vitigno a bacca grigia, con riflessi lievemente ramati. Il suo grappolo, oltre ad avere una forma tipicamente conica, è dotato di piccole foglie e di acini sferici con la buccia molto sottile. Viene perlopiù vinificato in bianco anche se specialmente in Friuli, nella zona del Collio, si ottiene la produzione di un vino fruttato, fresco e di colore giallo-arancio grazie alla macerazione dell’uva nel suo mosto, assieme alle bucce. La superficie vitata a livello italiano di Pinot Grigio conta circa 17.300 ettari. La coltivazione di questo particolare vitigno è relativamente facile. Richiede infatti un clima freddo ma non eccessivo. A temperature troppo rigide, sotto i 12 gradi, ad esempio, le gemme muoiono. Un altro aspetto a cui prestare attenzione è quello definito marciume acido. Questa è una patologia caratteristica del vitigno del Pinot Grigio, legata alla conformazione del suo grappolo pesante e compatto. Il marciume acido si crea generalmente nelle fasi finali di coltivazione, rendendo necessari più controlli per evitare di perdere la totale produzione. Due delle soluzioni più utilizzate per questo problema sono il diradamento floreale e la defogliazione. Si effettuano quando gli acini non superano i 3-4 millimetri di grandezza e consentono di eliminare le parti superflue del grappolo che rischiano di portare ad infezioni e al marciume acido. Grazie a questa tecnica adottata da qualche decennio, il rischio di infezioni è passato dal 30% al 1,4%. Il Pinot Grigio viene coltivato con il metodo della pergola trentina, che permette di inclinare le foglie di circa 25° rispetto alla luce solare, per giovarne al massimo. Il grappolo, invece, viene mantenuto protetto dal sole diretto e con una maggiore aerazione.

 

Analisi organolettica del Pinot Grigio

Le caratteristiche organolettiche del Pinot Grigio sono inconfondibili. La sua produttività è molto elevata, anche se la coltivazione richiede di alcune particolari attenzioni. La maturazione è piuttosto precoce, per ovviare al problema del marciume acido. Il Pinot Grigio si trova in versione ferma ma anche frizzante o spumantizzata. A livello gustativo, il vino Pinot Grigio in bocca risulta essere un vino secco, corposo e fruttato ma la sua primaria caratteristica è l’acidità. Al naso, sempre molto fruttato e floreale ricorda sentori di mela, pera, litchi e gelsomino. Ha anche delle note erbacee di fieno appena tagliato. Generalmente il Pinot Grigio viene vinificato in vasche d’acciaio e quasi mai in botti di legno o barrique. Per questo, in fase di degustazione, viene consigliato di aprire la bottiglia circa una mezz’ora prima per permettere al vino di ossigenare. Va degustato infine ad una temperatura di 8-10° in un calice abbastanza ampio, in modo da poter roteare il vino e goderne appieno i profumi fruttati e delicati. Questo vino si è guadagnato la denominazione di origine controllata in Veneto, Trentino e Lombardia. Tra queste, ricordiamo infatti il Pinot Grigio DOC Venezia, il Pinot Grigio DOC Collio, il Pinot Grigio Trentino DOC. Alla vista il Pinot Grigio si presenta di colore giallo-verde se vinificato in bianco, mentre ha riflessi rosa-ramati se viene lasciato macerare con le bucce nel mosto.

 

Pinot Grigio e cibo: gli abbinamenti perfetti

L’abbinamento con le ricette tipiche e i piatti della tradizione italiana variano a seconda della vinificazione del Pinot Grigio. Si abbina bene fin dall’aperitivo, a base di pizze, focacce o pesce crudo, e si accompagna anche con i piatti successivi, dall’antipasto al secondo. Le versioni più ramate, che hanno subito una maggior macerazione, sono ideali con risotti, piatti di carne bianca o con formaggi poco stagionati. Ottimi anche in questi casi nelle versioni frizzanti, moscato o spumantizzate. La sua freschezza permette di sgrassare il palato da piatti più complessi come una polenta con formaggio, crespelle con formaggio e prosciutto, gnocchetti. Permette anche di esaltare piatti a base di pesce quali il baccalà alla vicentina, la paella, spaghetti allo scoglio, trota salmonata e molti altri. Infine, può anche essere accostato facilmente ad un dolce con un sapore lievemente aspro come mousse di fragole, cheesecake ai frutti rossi o crostata di albicocche.

 

Pinot Grigio italiano e alsaziano: principali differenze

Il Pinot Grigio italiano e quello alsaziano, sebbene entrambi derivino dalla varietà di uva Pinot Grigio, presentano alcune differenze significative che riguardano principalmente il gusto, lo stile e l'approccio alla vinificazione. Nell'Alsazia, il Pinot Grigio, conosciuto localmente come Pinot Gris, tende ad avere un corpo più strutturato, una maggiore complessità aromatica e una consistenza più ricca. Può esibire aromi di frutta matura, spezie, note floreali e una morbidezza più evidente in bocca rispetto alla versione italiana. Nell'Alsazia, il terroir gioca un ruolo fondamentale nella produzione del vino. La regione è caratterizzata da terreni diversi, come suoli argillosi, calcarei o granitici, che influenzano il gusto e lo stile del Pinot Grigio prodotto in quest'area. In sintesi, il Pinot Grigio italiano tende ad essere più leggero, fresco e fruttato, mentre il Pinot Grigio alsaziano (o Pinot Gris) mostra solitamente una maggiore complessità, struttura e morbidezza in bocca. Le differenze provengono dall'approccio in cantina, dalle condizioni di crescita e dalla tradizione enologica di ciascuna regione.