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Montepulciano

Quando si parla di Montepulciano in ambito vinicolo, si rischia sempre di fare confusione. Per questo, è importante capire la differenza fra vino Nobile di Montepulciano e Montepulciano d’Abruzzo. Il secondo è un vino rosso prodotto in Abruzzo con uve Montepulciano, un vitigno a bacca nera diffuso in Abruzzo, Marche e Molise. Invece, il vino Nobile di Montepulciano è un vino rosso toscano a base di uve Sangiovese che viene prodotto nel territorio di Montepulciano, in provincia di Siena. Insieme al fratello minore Rosso di Montepulciano – lo stesso vino, con un tempo minore di invecchiamento –, il Nobile è uno dei più famosi (e dei migliori) vini della Toscana, apprezzato in tutto il mondo per le sue caratteristiche uniche.
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Montepulciano

La storia del vino Nobile di Montepulciano

Il vino Nobile di Montepulciano ha una storia secolare, che risale quantomeno al periodo etrusco. È lo storico romano Tito Livio a menzionare per primo la produzione vinicola nell’area, raccontando la storia del vinaio etrusco di Chiusi Arunte, che scatenò uno scontro fra Roma e i Galli per un tradimento della moglie. La più antica attestazione ufficiale della produzione di vino nella zona di Montepulciano, però, risale al 789, e si tratta di un atto con il quale un chierico dona alla chiesa di San Silvestro a Lanciniano, sull'Amiata, un pezzo di terra coltivata a vigna collocato nel ‘castello di Policiano’, il nome antico della città di Montepulciano. Il vino di Montepulciano continua a essere celebrato per secoli, fino a che il medico, naturalista e letterato del Seicento Francesco Redi ne aumenta esponenzialmente la fama. Nel suo Bacco in Toscana (1685), testo d’evasione scritto in versi che divenne molto celebre all’epoca in tutta Europa, nel quale il Redi passa in rassegna i vini toscani, fino a definire quello di Montepulciano il re di ogni vino. È verso la fine del Settecento, questo vino inizia a essere chiamato Nobile. Infatti, era stato uno fra i vini rossi toscani più bevuti e amati da papi, principi e imperatori, come papa Pio II Piccolomini, l’imperatore Carlo V e i Medici, fra cui Caterina, regina di Francia, che ne esportò la fama Oltralpe. Insieme al Brunello di Montalcino, è il primo vino italiano ad avere ottenuto la DOCG nel luglio 1980. Oggi, il vino Nobile di Montepulciano è una delle eccellenze dell’area senese, apprezzato in Italia e nel modo, tanto che il 78% circa della produzione annuale viene riservato all’esportazione.

Nobile di Montepulciano: abbinamenti e caratteristiche

Le caratteristiche del Nobile di Montepulciano che lo rendono unico sono varie, prima fra tutte l’uvaggio. Da disciplinare, il Nobile di Montepulciano è formato almeno al 70% da uve Sangiovese Grosso, che nella zona viene chiamato Prugnolo Gentile proprio per il particolare gusto di prugna che concede al vino. Il restante 30% può essere saldato da vitigni idonei alla coltivazione in Toscana, generalmente Canaiolo (massimo 20%) e Mammolo, che dona una componente floreale di viola mammola. Il periodo di maturazione in legno del Nobile è di 26 mesi, che si allungano a 38 per la versione Riserva. Ne risulta un vino corposo e di struttura, armonico, fine ed elegante, con la tannicità del Sangiovese ammorbidita dall’affinamento in botte. Come molti vini toscani, il vino Nobile di Montepulciano è fatto per essere accompagnato al cibo, e specialmente ai piatti della tradizione toscana. Essendo un vino intenso e corposo, è perfetto insieme a piatti a base di carne, come arrosti, bolliti, carne alla griglia, ma anche preparazioni di selvaggina in umido. Il Nobile, e in particolare il vino Nobile di Montepulciano Riserva, è l’ideale per accompagnare uno dei piatti simbolo della Val di Chiana, come i pici al ragù di cinghiale o, per i vegetariani, all’aglione della Val di Chiana DOP. Il Nobile di Montepulciano, fra i cui produttori si distinguono Poliziano e Salcheto, è un vino rosso perfetto per un’occasione importante, da calibrare in base all’annata a seconda dell’evento.

Rosso di Montepulciano: il fratello del Nobile

Si può parlare del Rosso di Montepulciano come del fratello minore del Nobile, senza per questo offenderlo. Infatti, si tratta solo di una differenza d’età: la composizione dell’uvaggio (Sangiovese minimo al 70%, affiancato da vitigni adatti alla coltivazione in Toscana) è la stessa, ma le rese per ettaro sono più alte, e l’affinamento in legno dura 6 mesi, venti in mesi in meno rispetto al fratello maggiore, il Nobile. Il Rosso di Montepulciano è un vino DOC di pronta beva, più fresco e fruttato rispetto al Nobile, con note di amarena e fragola, ma comunque consistente, tannico, strutturato e abbastanza morbido. Si può abbinare agli stessi piatti coi quali si sposa bene il Nobile di Montepulciano, ma, più fresco, è adatto anche a piatti meno intensi, come le zuppe e le minestre a base di verdure e legumi. Il Rosso di Montepulciano è un’ottima scelta per un aperitivo fra amici, specialmente se abbinato a formaggi freschi o semi-stagionati, primo fra tutti il pecorino di Pienza.

Per non confondersi: il Montepulciano d’Abruzzo

Come abbiamo visto, è importante non confondersi quando si parla di Montepulciano: il Nobile e il Rosso di Montepulciano sono vini molto diversi dal Montepulciano d’Abruzzo. Questo vino è una DOC della regione Abruzzo prodotto con almeno l’85% di uve Montepulciano, completato da vitigni a bacca nera idonei a essere allevati nella regione. Il Montepulciano d’Abruzzo è un vino secco, tannico, mediamente di corpo e dall’ottima struttura. Ha un bouquet fruttato e speziato, con un caratteristico aroma di liquirizia, e un colore rosso rubino intenso, tendente al granato. Il Montepulciano d’Abruzzo è un ottimo vino rosso da tavola, da apprezzare tutti i giorni insieme a vari abbinamenti culinari. In particolare, si sposa perfettamente con secondi di carne bianca e rossa, soprattutto se alla griglia o arrostiti. È l’ideale con i formaggi stagionati e, nella versione più giovane, anche con la carne di maiale, inclusi i salumi, come la tipica Ventricina abruzzese.