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Veneto

I vini veneti e i grandi vini bianchi

La storia dei vini in Veneto inizia molto prima dei tempi dei Greci, si ritiene che la vite fosse presente prima di Cristo ma solo durante il Medioevo si iniziò ad esportare i vini Veneti in altri paesi. Verso la metà del 1500, l'importazione dei vini Greci diminuì drasticamente offrendo una possibilità di sviluppo ai vini locali. Fu proprio in questo periodo che iniziò la fama dei vini della zona di Treviso, di Vicenza e della Valpolicella. Nei secoli, gelate, insorgenza di parassiti, congiunture economiche non favorevoli non consentirono al settore di prosperare. I vignaioli Veneti non si persero d’animo e nel 1876 fondarono la Scuola di Enologia di Conegliano e nel 1923 la Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia. Grazie agli studi e all'impegno di questi due istituti, fu possibile rilanciare l'enologia Veneta. L’importanza del Veneto in ambito vinicolo non è da sottovalutare, sia a livello di estensione territoriale che al livello di produzione. In questa regione si contano un gran numero di cantine, da piccoli a grandi produttori, e oltre 70 mila ettari di impiantati. I vini veneti DOC e DOCG sono unici perché provengono per la gran parte da vitigni autoctoni e originali e anche da tecniche autoctone, che interpretano una gloriosa tradizione. I vini del Veneto ogni anno vantano eccellenze disseminate lungo l’intera Regione che comprende 14 DOCG, 28 DOC e ben 10 IGT. Nella sua produzione si ritrovano il 30% di vini rossi e rosati ed il 70% di vini bianchi. Tra questi ultimi, il più gettonato è sempre Prosecco, con l’estensione di coltivazione più ampia, seguita dal Merlot e dalla Garganega, il vitigno più importante. Tra gli altri vini bianchi veneti troviamo il vino Soave, ottenuto da uve Garganega e Trebbiano di Soave.

 

Il teroldego e i vini rossi veneti

Anche il Teroldego è degno di nota. Questo è un vitigno di antiche origini a bacca nera, tipico e particolarmente diffuso in Trentino, soprattutto nella piana Rotaliana, pianura alluvionale tra l’Adige e il Noce al confine con l’Alto Adige circondata da pareti rocciose che la proteggono da venti freddi, dove trova il suo habitat migliore, probabilmente arrivato dalla Valpolicella (Verona) dove era conosciuto come “Tirodola”. Altri studiosi sostengono invece che il nome derivi da “Tiroler Gold”, avvalorando origini tirolesi per questo vitigno, ma è comunque certo che l’origine del nome derivi da un toponimo: Teroldeghe del comune di Mezzolombardo (Trento), e il vino risulti menzionato già in atti notarili del 1480. Questo vitigno risulta imparentato con Lagrein, Marzemino e Syrah, e la sua produttività è alquanto elevata; pertanto, la coltivazione deve essere sempre con controllo costante della resa. Nel calice si presenta di colore scuro, denso e fitto, dal profumo fruttato intenso: ciliegia matura, mora, frutti di bosco, che in evoluzione si arricchiscono di note di cacao, spezie dolci, liquirizia, pepe e rabarbaro. Al palato esprime una sinfonia di note calde e avvolgenti e una struttura salda resa dinamica da tocchi di buona acidità. Da giovane il Teroldego è un vino semplice, adatto ad accompagnare primi piatti a base di carne, come tagliatelle al ragù o lasagna, mentre in evoluzione ben si abbina a formaggi stagionati, carni alla griglia e selvaggina. Da non dimenticare il Valpolicella Ripasso, ottenuto grazie ad una particolare tecnica di vinificazione e l’Amarone, ottenuto con l’appassimento delle uve (riconosciuto a marchio DOCG, così come il Bardolino Superiore che da poco ha ottenuto la stessa denominazione).

 

Degustazione e abbinamenti

Quando si parla o si scrive di vini del Veneto non si può discostarsi da quello che è tradizione. Il vino è infatti parte della tradizione del Veneto e vive attraverso la passione, il lavoro e la ricerca dei produttori vitivinicoli. Solo entrando nelle cantine e nei vigneti si può constatare con mano quanto lavoro c’è dietro un bicchiere di vino, frutto di generazioni di viticoltori che si tramandano il mestiere di padre in figlio ma che non hanno paura di sperimentare e di innovare. E tutto questo con una grande attenzione all’ambiente, in particolare per quanto riguarda la produzione biologica. Sono i cosiddetti cicchetti veneziani (filetti di acciughe farciti con un impasto di olive, capperi, origano e Olio Extravergine di Oliva Veneto DOP dei Colli Euganei e Berici), ad abbinarsi bene con un Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Spumante Extra Dry, mentre le sarde in saor (fritte con cipolla in agrodolce, uvetta e pinoli), richiedono la freschezza e l'eleganza dei profumi di un vino Soave Superiore. Primi piatti come i bigoli al sugo d'anatra si degustano con un vino vino Valpolicella Superiore, mentre un vino Piave Manzoni Bianco esalta benissimo il gusto di un risotto al brodetto di go (il ghiozzo di laguna); il risotto con il Radicchio rosso di Treviso è ideale con un Vino Colli Berici Tai Rosso. Tra i secondi piatti, il mitico baccalà alla vicentina con polenta bianca si abbina con un Vino Breganze Vespaiolo, mentre la pastissada de caval (carne di cavallo macerata nel vino con spezie e aromi), esalta il proprio sapore con un Vino Amarone della Valpolicella. Il momento del dessert richiama molti dolci come lo squisito Bussolà (ciambellone con pinoli e mandorle), da abbinare con un vino Breganze Torcolato; la pinza (a base di pane raffermo, semi di finocchio, uvetta, fichi secchi e scorze di arancia) con un vino Recioto di Soave.

 

Enologia del Veneto

In alcune zone, oltre ai vitigni autoctoni, si sono affermate anche varietà di "importazione" che hanno pian piano sostituito le varietà e i biotipi locali. Questa ricchezza ha determinato l'applicazione delle più disparate tecniche agronomiche. Il vitigno autoctono è una particolare varietà di vite utilizzata per la produzione di vino, coltivato e diffuso nella stessa zona storica di origine del vitigno stesso, trattasi quindi di un vitigno non trapiantato da altre aree. Ogni vitigno autoctono presenta una sua caratteristica e una distintiva forma e colore del grappolo, del chicco e delle foglie e conferisce al vino, da esso ottenuto, alcune caratteristiche organolettiche ben precise e tipiche. I vini DOC del Veneto sono in grado, inoltre, di proporsi al mercato utilizzando un nuovo strumento: la Zonazione Viticola, promossa dalla Regione Veneto e da Veneto Agricoltura. Il progetto attua la mappatura dei principali comprensori viticoli tracciando per un ognuno un quadro completo delle interazioni tra vitigno e terroir. Un intervento per rendere i vini DOC sempre più apprezzati in Italia e all’estero. Nel 2021, il Veneto si conferma essere regione capofila della vendemmia 2021 grazie ai suoi 11 milioni di ettolitri di vino, per quanto riguarda le varietà di Chardonnay, Pinot e Sauvignon. Inoltre, la regione compare anche nell’elenco dei vincitori del Premio Qualità Italia 2021 stilato per le varie categorie del concorso enologico conquistano il Premio Qualità Italia 2021: 5 vini del Veneto. Si conferma il ruolo dei Colli Euganei e Berici nella valorizzazione dei vitigni del bordolese, e ottiene un grande successo la Lessinia, territorio poco conosciuto dove il binomio vitigno territorio consente la produzione di spumanti Metodo Classico.