LA STORIA DEL BARDOLINO
Il nome del vino Bardolino deriva dalla località omonima sulle sponde del Lago di Garda, ma da dove deriva il nome del paese? La risposta più probabile è che il paese – e, di conseguenza, il vino – prendano il nome da Bardali, figlia del re Aulete e discendente di Manto, la fondatrice della città di Mantova. La storia di questo vino rosso del Veneto comincia molti anni fa. Nonostante il vino prodotto sulla sponda orientale del Lago di Garda sia stato chiaramente identificato col nome Bardolino solo a partire dall’Ottocento, la viticoltura in quest’area ha origini antichissime. La vite è presente nell’area est del Lago di Garda sicuramente fin dall’età del bronzo, come testimoniato dal ritrovamento di semi risalenti a quell’epoca. Ancora, in epoca romana, la presenza del vino nell’area è testimoniata da reperti archeologici come coppe e vari altri recipienti. La storia del Bardolino prosegue nel Medioevo, e protagonisti ne diventano i monaci della chiesa di San Colombano, che, facendosi carico della produzione di questo vino, lo hanno salvato dall’estinzione. Inoltre, nel Medioevo nell’area sono state attuate opere di bonifica, possibili grazie alle cospicue donazioni dei nobili ai monasteri, che hanno permesso di estendere notevolmente le coltivazioni nella zona. La seguente notevole espansione della viticoltura ha avuto luogo nel Quattrocento, quando la vite ha assunto un ruolo centrale nell’economia della Repubblica di Venezia, che dominava l’area di produzione del Bardolino. Nel XIX si comincia a parlare di Bardolino come del vino prodotto nell’area, ma si dovrà aspettare fino al 1968 perché il Bardolino raggiunga il traguardo della Denominazione d’Origine Controllata (DOC). L’anno successivo, viene istituito il Consorzio di Tutela del Vino Bardolino, per proteggere l’identità di questo ottimo vino rosso del veronese.
CARATTERISTICHE DEL BARDOLINO
Il Bardolino DOC si ottiene principalmente dalle uve di Corvina Veronese, che da disciplinare possono raggiungere fino a un massimo del 95% dell’uvaggio, che deve includere almeno un 5% di Rondinella. Sono ammessi altri vitigni a bacca nera adatti a essere coltivati nell’area del veronese, come Molinara, Rossignola, Barbera, Sangiovese, Marzemino, Merlot e Cabernet Sauvignon. Simile al Valpolicella, il Bardolino è un vino giovane e di pronta beva, ma acquista varie caratteristiche a seconda della varietà di Bardolino prodotta, e questo lo rende uno dei più vivaci vini rossi italiani. Il Bardolino “base” ha un colore rosso rubino tendente al cerasuolo e un sapore asciutto e sapido, mentre diverso è il Bardolino prodotto nelle tre sottozone di Montebaldo, La Rocca e Sommacampagna. Questi vini vengono affinati per almeno un anno e provengono da vigneti con rese per ettaro inferiori – massimo 100 quintali, mentre il Bardolino “base” arriva fino a 120. Ne risultano vini dai sapori più eleganti, con note speziate e agrumate, e una colorazione rosso rubino, chiaro e brillante. Dal 2001, esiste anche una DOCG del Bardolino, ed è il Bardolino Superiore, che ottiene una gradazione alcolica più elevata e dei profumi più intensi grazie all’affinamento. Da non dimenticare il Bardolino Classico, prodotto appunto nell’area classica – attorno al comune di Bardolino –, che si distingue per il colore rosso rubino, e il sapore secco, sapido e armonico.
IL BARDOLINO CHIARETTO: LA VERSIONE ROSÉ
Una delle versioni più apprezzate del Bardolino è il Bardolino Chiaretto, la variante rosé del Bardolino. Il Chiaretto è uno dei vini rosati più prodotti (e apprezzati) in Italia, ottenuto con la vinificazione rosata delle uve, cioè con una macerazione minima delle bucce. Si tratta di un rosé profondamente sapido, fresco, morbido e persistente, ma dai profumi delicati e fruttati, che ricordano fragola, lampone, ciliegia e rosa rossa. Come si può intuire dal nome, la colorazione di questo vino rosato veneto è piuttosto chiara, rosa tenue o cerasuolo. Si trova in versione ferma, ma viene anche spumantizzato, tendenzialmente con metodo Charmat e, più raramente con metodo Classico. Nonostante la produzione di Bardolino Chiaretto si sia intensificata negli ultimi decenni, i vini rosati sono presenti sulla sponda orientale del Lago di Garda almeno fin dall’epoca romana. La produzione di rosati in questa zona, infatti, è collegata all’uso che i romani facevano del torchio. Questo strumento, che non prevede la macerazione delle bucce, permette al vino di ottenere una colorazione diversa grazie allo scarso rilascio di pigmento.
COME ABBINARE IL BARDOLINO
Anche grazie alle diverse vinificazioni possibili, il Bardolino è un vino molto versatile, che può accompagnare qualsiasi portata e si adatta a diverse cucine mondiali. A cominciare dall’aperitivo fino al dolce, c’è sempre una versione del Bardolino adatta all’occasione. Il Bardolino Chiaretto è una soluzione perfetta per un aperitivo fra amici, che si preferisca un vino rosato fermo o una bollicina. In tavola, il Bardolino Chiaretto si sposa benissimo con antipasti di salumi – specialmente il prosciutto crudo – o a base di pesce, come il carpaccio di salmone, ma anche di verdure. È un ottimo compagno della cucina estiva e veloce italiana, perfetto per piatti come prosciutto e melone, insalata caprese o anche di riso. È ottimo con il pesce di lago e con quello di mare, a prescindere dalla preparazione (alla griglia, in padella, al forno, bollito, e anche crudo). La particolarità più interessante del Bardolino Chiaretto è che si sposa perfettamente con le cucine asiatiche, specialmente quella giapponese e thailandese. È ottimo con il sushi, ma anche con piatti come il pad thai, o anche con piatti asiatici fritti o particolarmente speziati. Nella versione Bardolino rosso DOC, invece, questo vino è il compagno ideale di ogni giorno. Si accompagna perfettamente a piatti più delicati, a base di legumi e funghi, ma anche a una sostanziosa grigliata di carne, o ai grandi classici dei primi italiani, come la carbonara o le lasagne.