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Piemonte

Il Piemonte è considerata una delle regioni italiane più importanti per produzione e qualità dei suoi vini. Per questo si è guadagnata negli anni l’appellativo di “terra dei grandi vini”. Grazie alla conformazione del suo territorio e al suo clima qui vengono prodotti importanti vini rinomati in tutta Italia e nel mondo. A tutela delle sue eccellenze enogastronomiche, nell’aprile del 2019, è nata anche la Federazione delle Strade del Vino e Sapori del Piemonte e, in particolare la Strada Reale dei Vini Torinesi conduce i visitatori lungo un percorso di ben 600 chilometri, alla scoperta delle zone di produzione nella provincia di Torino e dei suoi 25 vini DOC.

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Piemonte

I vini piemontesi: Storia e Vitigni

La storia dei vini del Piemonte ha visto la luce già in epoca preromanica e ha subito una forte espansione con la dominazione dei romani, dal VI secolo a.C. È però grazie alla presenza dei monaci e dei loro monasteri che si iniziarono a delineare le zone vinicole, le stesse che sono presenti ancora oggi dalle Langhe all’Alto Piemonte. Uno dei primi vini piemontesi ad essere conosciuto al di fuori del territorio regionale fu il Nebbiolo, grazie ai conti di Cavour. Nel ‘600 fece la sua comparsa il Barolo, quando la Marchesa di Barolo tale Giulietta Falletti chiese ad un enologo francese di rimaneggiare le bottiglie di Nebbiolo che conservava nella sua cantina per creare qualcosa di nuovo. Verso la fine del ‘800, la Scuola Enologica di Alba con i suoi studi rivelò un altro vino: il Barbaresco. Il Piemonte accoglie una superficie vitata pari a 43.600 ettari di cui il 39% a bacca bianca e il 61% a bacca nera. Tra i vitigni più coltivati troviamo la Barbera (30%), seguito dal Moscato Bianco (21%), il Dolcetto (13%) e per concludere il Nebbiolo, base di molti vini ma che vede una coltivazione solamente del 9%.

 

Vini del Piemonte

Come anticipato, la maggioranza dei vitigni presenti in Piemonte sono a bacca nera. Tra questi troviamo il Nebbiolo con il quale si produce la maggior parte dei vini piemontesi: Barolo e Barbaresco, la Barbera, il Dolcetto, la Freisa, la Bonarda, il Grignolino, la Croatina e la Malvasia. Nel panorama dei vitigni a bacca bianca sono presenti, invece, il Cortese, l’Erbaluce, il Moscato Bianco. La Denominazione di Origine Gattinara DOCG è riservata ai vini Gattinara e Gattinara Riserva, ottenuti da uve Nebbiolo per un minimo del 90%(e max 10% di Vespolina e/o Uva Rara), in una zona che comprende l’intero territorio di Gattinara in provincia di Vercelli. Il Gattinara richiede un affinamento di 35 mesi, di cui 24 in legno. La versione Riserva necessita di un affinamento è di 47 mesi, di cui 36 in legno. Il colore è di un rosso rubino scarico con riflessi granati, presenta un’ottima consistenza e al naso esprime note floreali di viola, prugna e frutti rossi.

 

Barbera e Alta Langa

La Barbera è un vitigno molto diffuso ma che in Piemonte dà vita a due DOCG d’eccellenza: Barbera d’Alba DOCG e Barbera d’Asti DOCG. Nella Barbera d’Alba troviamo un minimo di Barbera dell’85% e massimo 15% di Nebbiolo, che la rendono spesso affine ai profumi del Barolo per l’eleganza che esprime, soprattutto se invecchiata in botte. L’affinamento della Barbera Superiore è di minimo 4 mesi in legno. Nella Barbera d’Asti invece la percentuale minima di Barbera sale al 90%, e il restante 10% può essere integrato con vitigni a bacca nera piemontesi affini. La sua versione Superiore fa un passaggio in botte di minimo 6 mesi. In entrambi i vini si trovano colori rubini nel calice, profumi caratteristici di fiori e frutti rossi e spezie, e al palato una freschezza unica, caratteristica che la rendono uno dei vini rossi più acidi d’Italia. Un altro vino piemontese degno di nota è l’Alta Langa DOCG, spumante brut del Piemonte, la cui zona di produzione comprende la fascia collinare delle province di Asti, Alessandria e Cuneo. Fu il primo Metodo Classico ad essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee” oggi riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco. Costituito da uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile, può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi.

 

Degustare i vini piemontesi

Tra i vini del Piemonte sono annoverati ben 17 DOCG e 42 DOC. Tra questi, il Dolcetto d’Alba DOC. Questo è uno dei vitigni del Piemonte più tipici e diffusi. Deve il suo nome forse alla dolcezza dell’uva matura, o secondo un’altra teoria al termine piemontese “dosset”, ossia una collina non particolarmente alta. Il vino prodotto con uve Dolcetto è stato per secoli uno dei protagonisti della vita contadina piemontese e uno dei principali oggetti di scambio con la Liguria, da cui oltre l’olio e il sale, si importavano le acciughe, l’ingrediente principale di uno dei piatti tipici più famosi del Piemonte, la bagna cauda. Nonostante ciò, notizie certe sul Dolcetto si hanno solo a partire dal XVIII secolo. Il Dolcetto DOC è un vino la cui produzione è consentita solo nelle province di Asti e di Cuneo, ed è tradizionalmente uno dei vini da pasto più bevuti in Piemonte. Vinificato in purezza dà un vino di un intenso colore rosso rubino e sfumature violacee. Al naso risulta vinoso, pur se con intense note fruttate e floreali, di ciliegie, more, prugne, ciclamini e violette. Al palato il Dolcetto rivela grande bevibilità, freschezza e tannini delicati, struttura media e moderato tenore alcolico. Tra i tanti prodotti gastronomici del Piemonte spiccano per bontà i formaggi come il Castelmagno da accostare ad un bicchiere di Barolo oppure ad un Roero Arneis, vino bianco e più fresco. La robiola di Roccaverano si accompagna bene con un Gavi DOCG o Dogliani DOCG. I piatti piemontesi come quelli a base di tartufo, i salumi crudi e cotti, il vitello tonnato, la bagna cauda e la polenta concia, o secondi piatti come il brasato e un bollito misto sono ottimi con un Grignolino d’Asti o un Barbera d’Alba.