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Sicilia

La Sicilia è una zona di forti tradizioni culturali, enologiche e gastronomiche. Ogni anno sempre più turisti da tutto il mondo scelgono di visitarla per le bellezze naturali, i siti storici, le città con i loro profumi e le piccole vie, ma anche per la grande realtà culinaria e per i suoi vini. I vini siciliani, oggi esportati e famosi in tutto il mondo, sono parte di questa grande radicata cultura siciliana. Stando ai ritrovamenti di alcuni reperti storici, infatti, sembra che alcuni vitigni fossero presenti in Sicilia già prima che queste zone venissero abitate dagli uomini, e che il vino venisse già consumato successivamente nell’Età del Bronzo.
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Questo vino è stato premiato dalla Guida Bibenda.

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Bottiglia con cassetta legno, pregiata e da collezione custodita nella Teca.

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Sicilia

I vini siciliani: La loro storia

Furono i Fenici a importare qui alcuni vitigni autoctoni, ma i Greci ad introdurne la viticoltura, come la potatura ad alberello, tramandata dalla stessa popolazione anche in Puglia. Durante l’epoca Bizantina, molti terreni diventarono proprietà della Chiesa che coltivava i vitigni per produrre vino da utilizzare durante la celebrazione della messa. I primi vini venivano commercializzati, proprio come quelli pugliesi, come vini “da taglio”, cioè per andare a supporto dei vini di altre regioni più scarichi e meno corposi. Dopo un calo dell’esportazione, dovuto alla fillossera, i vini siciliani trovarono il posto meritevole che occupano ancora oggi nel panorama dei più grandi vini italiani. Il territorio siciliano ospita vitigni per un totale di circa 103.000 ettari, sparsi in zone molto differenti tra loro: il 5% si trova in montagna, il 65% in collina e il 30% in pianura. Questo fa sì che i vini siciliani risultino essere molto variegati e differenti nei profumi e al palato. La produzione dei vini in Sicilia, di circa 6.200.000 di ettolitri totali annui, è comunque molto bilanciata rispetto ad altre regioni della penisola. Si produce un 53% di vini bianchi mentre il restante 47% riguarda i vini rossi e rosati.

 

Le Denominazioni dei vini in Sicilia

I vini siciliani vantano diverse denominazioni di origine ed in particolare 1 DOCG, ben 23 DOC e 7 IGT. Del totale annuo, infatti, il 16% viene dedicato alla produzione di vini DOP. Tra questi, l’unica DOCG è la Cerasuolo di Vittoria DOCG, vicino a Ragusa. DOC sono, con altre, invece il Marsala DOC, Erice DOC, Alcamo DOC, Pantelleria DOC, Malvasia delle Lipari DOC, Vittoria DOC, Noto DOC, Siracusa DOC e tante altre. Riguardo al Marsala, un vino liquoroso molto apprezzato, si pensa che la sua storia sia legata ad un inglese, tale John Woodhouse, un mercante di Liverpool. Woodhouse, dopo aver assaggiato e rimasto incantato dalla bontà del Marsala, decise di portarne con sé alcune casse di ritorno in patria. Successivamente, tornò in Sicilia per avviare la sua produzione di Marsala da rendere disponibile per la commercializzazione. Oltre a questo, vini siciliani da dolce noti per la loro qualità sono la Malvasia delle Lipari e il Passito di Pantelleria, oppure vini rossi da pasto come il Nero d’Avola, Frappato, Nerello Mascarese, l’Etna rosso e bianchi il Grillo, l’Etna bianco, Bianco Sicilia, Insolia.

 

Etna Rosso e Etna Bianco

Molti amano definire l'Etna "un'isola nell'isola", grazie alla tipicità territoriale e climatica proprie del territorio e ad un ecosistema unico al mondo, che la rende differente dal resto dei territori della Sicilia. Patrimonio mondiale dell’UNESCO, il Monte Etna si trova sulla costa orientale della Sicilia ed è il vulcano attivo più alto d’Europa, e uno tra i più attivi del globo. Qui si trovano alcuni tra i vigneti più antichi coltivati in Italia, posti in circa 133 contrade dalle sfaccettature eterogenee, mosaico di un terroir lavico unico. I pendii e le altitudini importanti favoriscono escursioni termiche e maturazioni più lente e graduali delle uve, regalando vini dalla suprema freschezza e mineralità. Per l’Etna rosso,tipologia più diffusa e prodotta della DOC Etna, le uve utilizzate sono il Nerello Mascalese e in parte il Nerello Cappuccio; con questi vitigni viene prodotta anche la versione Rosato della DOC, vinificata con una sosta breve delle bucce nel mosto. Di un bel rosso carico inframmezzato da note che tendono al porpora, l’Etna Rosso già alla vista appare intenso, con sfumature violacee man mano che invecchia. Il profumo, caratteristico e inebriante, ha una nota floreale che si armonizza perfettamente con altre tonalità che richiamano la vaniglia e la fragolina di bosco. L’Etna bianco è prodotto principalmente con uve Carricante e Catarratto e a volte anche Minnella, si presenta con colori dal giallo paglierino delicato, soprattutto se giovane e affinato solo in acciaio, dal bouquet floreale lieve e dal sapore fresco e minerale, se affinato in botte il profilo aromatico si intensifica.

 

Degustare i vini siciliani

L’Etna Rosso ha la peculiarità della sua freschezza e sapidità, che si prestano perfettamente in abbinamento a piatti a base di carne e arrosti al sangue, ma anche pietanze strutturate della tradizione culinaria siciliana, come la parmigiana di melanzane o la pasta alla norma. L’Etna Bianco, invece, si rivela in un connubio perfetto se abbinato a piatti di pesce: dagli aperitivi agli antipasti, e dai primi ai secondi, esaltandone la sapidità e i profumi in un intreccio perfetto. È un vino bianco con una lunga tradizione alle spalle, espressione gentile del grande vulcano. Ad un piatto tipico come la pasta con le sarde, si può abbinare bene il Syrah, mentre con i dolci si sposano bene lo Zibibbo o il Moscato di Pantelleria. In generale i vini bianchi siciliani si riconoscono per la grande freschezza. L’Insolia, ad esempio, così come il Grillo, sono vini a bacca bianca eleganti, fragranti ma corposi. Il vitigno Grillo è inoltre utilizzato per produrre il famoso Marsala DOC, un vino con ottime proprietà di invecchiamento. Riguardo ai vini rossi, tra tutti spicca il Nero d’Avola, con il suo intenso aroma di frutta matura e la persistenza al palato. Simile è anche il Frappato, che ricorda la ciliegia.