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Puglia

In questa regione si producono grandi numeri in termini enologici, soprattutto negli ultimi decenni. In precedenza, infatti, il vino prodotto in Puglia veniva commercializzato con altre regioni e anche oltre i confini del territorio italiano per essere utilizzato come vino “da taglio”. Ciò significava che il suo scopo era quello di rinforzare i vini locali delle regioni a cui andava destinato. Da qualche tempo, fortunatamente, i produttori si sono resi conto di quanto importante fosse il vino pugliese in termini qualitativi così da poterlo pubblicizzare e commerciare per la sua qualità.
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Puglia

Storia ed enologia dei vini pugliesi

Le varietà autoctone ancora oggi presenti in Puglia come l’uva di Troia, il Negroamaro, importate dai Greci, hanno permesso di risalire alla presenza della vite in Puglia già durante la colonizzazione greca, nel VIII secolo a.C. Furono gli stessi greci ad importare anche il metodo di coltivazione definito ad alberello, ancora oggi molto diffuso su tutto il territorio regionale. Anche in questa regione, come in tante altre, dopo l’arrivo della filossera alla fine degli anni Settanta, la produzione vinicola subì un arresto mentre negli anni seguenti la ripresa riguardò soltanto la commercializzazione del vino pugliese utilizzato come vino da taglio, per rendere più consistenti e corposi altri vini regionali. Il reale valore del vino pugliese venne messo in luce intorno al 1990, quando i produttori dei vini pugliesi si resero conto delle potenzialità dei loro vini. La superficie vitata pugliese è di 87.000 ettari in totale e garantisce una produzione di 4.900.000 ettolitri all’anno, di ben il 79% DOP, il 9% IGP. Sono i vini pugliesi rossi e rosati a coprire la maggior parte della produzione (il 65%), mentre i vini bianchi solamente il 35%.

 

Varietà dei vini della Puglia

Tra i vini pugliesi più rinominati troviamo il Negroamaro, il Primitivo, l’Uva di Troia, la Malvasia nera, il Montepulciano, l’Aglianico, il Bombino nero e il caratteristico Susumaniello. Vini bianchi sono, invece, il Bombino Bianco e la Malvasia Bianca, la Verdeca, il Bianco d’Alessano, il Fiano. Sono diverse però le denominazioni di origine per il vino della Puglia ed in particolare 4 DOCG (Castel del Monte Bombino Nero DOCG, Castel del Monte Nero di Troia Riserva DOCG, Castel del Monte Rosso Riserva DOCG, Primitivo di Manduria Dolce Naturale DOCG), 29 DOC e 6 IGT. Le zone di coltivazioni qui sono molto varie: si passa dalla collina alla pianura. Il Gargano, ad esempio, è una zona composta di rocce vulcaniche alternata da zone boschive caratteristiche della macchia mediterranea. Il Tavoliere, invece, è la zona più pianeggiante.

 

Enologia della Puglia

Uno dei punti di forza dei vini della Puglia è il clima. In questa regione il sole batte ed è presente non solamente nel periodo estivo ma durante tutto l’anno. Questo fa sì che il terreno, così come gli alberi da frutta ne possano beneficiare dando origine a prodotti succosi e molto saporiti. Le uve della Puglia sia bianche che rosse, infatti, sono note per essere intense a livello di colorazione e molto persistenti in bocca. Da qui il suo primario utilizzo, fino agli inizi degli anni ‘90, come base per altri vini regionali meno corposi e che avevano necessità di una maggiore intensità. Oggi, il turismo pugliese ha iniziato ad aprire i propri vigneti al pubblico, che può visitarli, vederne le tecniche produttive, assaggiarne le materie prime e concludere con una degustazione tra i casolari delle colline pugliesi. Il boom produttivo ha inoltre portato anche ad una rivisitazione delle tecniche produttive, garantendo una qualità maggiore sulla bottiglia finale. Tra i vini pugliesi più apprezzati c’è sicuramente il Primitivo di Manduria, una delle 4 DOCG. Con un colore arancione-violaceo, risulta essere persistente al palato e molto consistente. Il Negroamaro, uvaggio tipico del Salento e di origine greca, si è guadagnato il titolo di vino simbolo della Puglia. Il suo colore intenso, con riflessi violacei, ricorda profumi di frutta matura quali prugna, amarena e ciliegia. Da non dimenticare il caratteristico Aleatico, un vino rosso DOC, più vellutato rispetto ai precedenti due vini ma molto apprezzato. I vini bianchi, grazie alla presenza quasi costante del sole, presentano un colore generalmente chiaro, quasi dorato, e sono ricercati come vini di accompagnamento a dessert per via della loro dolcezza.

 

Come abbinare i vini pugliesi

La cucina pugliese è una delle più ricche e varie d’Italia. Qui si trovano piatti a base di pesce, carne e verdure, come le cime di rapa, il cavolo verde, le melanzane, i peperoni o i carciofi. Le ricette si tramandano di generazione in generazione e variano a seconda della zona che le adatta a seconda delle proprie tradizioni. Così, il vino Aleatico si abbina bene a piatti a base di pesce o molluschi, o sorseggiato durante un aperitivo con pizze e focaccine. Il Fiano di Puglia, allo stesso modo, si accompagna a dei piatti di pesce ma anche a verdure di stagione così come il Galatina Rosato. I vini rossi pugliesi, più corposi e persistenti di quelli bianchi, sono il connubio perfetto per ricette a base di carne, per zuppe con legumi, altro alimento tipico della tradizione pugliese. I vini pugliesi sono tra i vini più premiati della penisola italiana. Soltanto nel 2021, sono state premiate da Gambero Rosso ben 44 aziende produttrici, mentre il riconoscimento Tastevin Pugliese è andato a Puer Apuliae Apuliae Riserva 2015 Rosso DOCG – Nero di Troia di Cantine Rivera.