Querciabella ha iniziato a diventare una tra le realtà più innovative in Toscana. Dal 2000 infatti, il filone del biodinamico al quale si approccia l’azienda, fa diminuire e poi eliminare qualsiasi prodotto che qualsiasi utilizzo di prodotti di origine animale durante le fasi di gestione in vigna e produzione del vino. Il file rouge che collega l’azienda è quello di non sconvolgere il naturale percorso di vita della pianta e dell’ecosistema che ne gravita attorno. L’azienda si trova tra il Chianti Classico e la selvaggia Maremma, con un totale di 106 ettari vitati: la maggiore estensione di vigneti bio in Italia. Il Batar è uno tra gli IGT più iconici d’Italia: un Supertuscan bianco, che sa di Borgogna ma che parla di Toscana. È stata una bella sfida riuscire ad elevare un vino bianco in una terra di rossi, ma la sfida contro il tempo la vince lui. Siamo tra i vigneti di Ruffoli, dove i due vitigni internazionali, Chardonnay e Pinot Bianco, vengono allevati tra i 350 e 600 metri di altitudine. Il galestro e l’esposizione a sud per i vigneti di Chardonnay, su suoli di arenarie e argille, si mescolano ai terreni più densi, esposti nel versante più freddo, dove viene coltivato il Pinot Bianco. Il blend toscano è un bianco dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, dai profumi decisi, spiccati e profondi: acacia, pesca gialla, melone. Un sorso delicato, vellutato, morbido: frutta tropicale e note burrose, in un sorso che sembra non finire mai. Querciabella qui ha fatto centro: un vino dal grande potenziale di evoluzione, dalla texture stratificata nel tempo. Un grande bianco ottimo da gustare con piatti a base di formaggi meglio se erborinati, stagionati o saporiti.
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