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Dolcetto

Il Dolcetto è un tipico vino piemontese molto apprezzato in tutta Italia. Le sue origini non sono del tutto chiare, ma le teorie più quotate identificano l’omonimo vitigno come un vitigno a bacca nera autoctono del Piemonte. Oggi, il vitigno Dolcetto copre poco più di 6 ettari in Liguria e Piemonte. Secco e fruttato, il Dolcetto è un ottimo vino da tavola adatto a moltissime occasioni. Se ne apprezzano molteplici varietà, a seconda delle aree di provenienza, fra le quali la più diffusa è sicuramente il Dolcetto d’Alba.

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LA STORIA DEL DOLCETTO

Nonostante il nome faccia pensare a un vino dolce, il nome del Dolcetto potrebbe derivare dal dialetto piemontese dusset (dosso), a indicare le dolci colline sulle quali l’uva prospera. Altre teorie ne associano l’etimologia all’alto contenuto zuccherino delle uve Dolcetto quando mature, che erano per questo anche commercializzate come uva da tavola. Quale che sia l’origine del nome, sicuramente il vino Dolcetto non è un vino dolce. Infatti, pur essendo fruttato e morbido, si tratta di un vino particolarmente secco. La storia del vitigno Dolcetto è molto antica, ed è difficile stabilirne origini certe. Il vitigno è considerato autoctono del Piemonte, selezionato in età tardo-medievale nei dintorni di Cuneo. Questa non è l’unica teoria in circolazione, però. Le origini del Dolcetto potrebbero essere ancora più antiche, e localizzabili nella vicina Liguria di Ponente. Il Dolcetto sarebbe arrivato in Piemonte – e, in particolare, nelle Langhe, attraverso una delle molte strade del sale che collegavano l’entroterra alla costa per rifornimenti di beni essenziali. Il primo documento, un atto del comune di Dogliani, che nomina questo tipico vini del Piemonte risale al 1593, quando il Dolcetto era diffuso nelle zone di Acqui ed Alessandria. Negli anni, la coltivazione del Dolcetto si è consolidata e il vitigno ha avuto una grandissima espansione, probabilmente grazie al suo carattere robusto, che gli permette di adattarsi a molteplici climi e terreni. Una curiosità interessante sul Dolcetto è che, nei primi decenni del Novecento, è stato adottato per le terapie a base di uva (ampeloterapia) per la sua delicatezza, in quanto povero di acidità e ricco di tannini. La prima DOC del Dolcetto è arrivata nel 1972, ed è stata insignita al Dolcetto di Ovada. Altre DOC si sono susseguite negli anni, grazie alla crescita in qualità della produzione di Dolcetto. Tre vini a base di uve Dolcetto – Dogliani DOCG, Dolcetto di Diano d’Alba DOCG e Dolcetto di Ovada Superiore DOCG – hanno infine ottenuto la DOCG.

CARATTERISTICHE DEL DOLCETTO

Come altri vini rossi piemontesi, fra i quali la Barbera, il Dolcetto è un vino leggero e mediamente corposo. Vinificato in purezza, il Dolcetto ha generalmente un colore rosso rubino scuro, tendente al porpora, e al naso risulta vinoso, ma anche fresco e floreale, con note di liquirizia, mora, ciliegia. Si tratta di un vino di media struttura, fresco e tannico, di moderato tenore alcolico (almeno 11,5°). A differenza dei vini basati su uva proveniente dal vitigno Nebbiolo – fra cui anche i vini piemontesi pregiati Barolo e Barbaresco –, i vini basati su uve Dolcetto sono vini di pronta beva, che vanno goduti giovani. Per garantire la freschezza delle note fruttate e floreali del Dolcetto, questo vino viene generalmente vinificato in contenitori inerti – soprattutto vasche d’acciaio –, e raramente in botte o barrique. Ci sono eccezioni, come il Dolcetto di Ovada Superiore DOCG, che dimostra come questo vino sia capace di invecchiare con eleganza, grazie alla grande presenza di tannini. Si tratta, però, appunto di eccezioni. A differenza del Nebbiolo, per esempio, il Dolcetto non ha l’acidità necessaria per essere considerato un vino da invecchiamento e maturazione.

IL DOLCETTO D’ALBA, D’ASTI E ALTRE VARIETÀ

A seconda della zona di produzione, esistono diverse tipologie di Dolcetto dalle diverse caratteristiche. Il più noto fra tutti è probabilmente il Dolcetto d’Alba. Le sue caratteristiche principali sono un colore rosso rubino intenso, che può risultare violaceo nella sua leggerissima schiuma, e un gusto asciutto, amarognolo, con un’acidità moderata. Un’altra varietà di Dolcetto molto diffusa è il Dolcetto d’Asti. Si tratta di un vino dal colore rosso rubino, che al gusto risulta armonico, asciutto, e vellutato. Il Dolcetto di Diano d’Alba ha, invece, un gusto molto asciutto, con chiare note di mandorla. Nella sua versione Superiore, il Dolcetto deve avere un anno di invecchiamento obbligatorio e una gradazione di almeno 12,5°, che danno una sensazione di struttura e morbidezza accentuata rispetto alle tipologie non invecchiate di Dolcetto.

COME ABBINARE IL DOLCETTO

Essendo un vino molto versatile, e vinificato in varie tipologie, gli abbinamenti con il Dolcetto sono praticamente infiniti. Data la sua freschezza, è un ottimo vino da offrire ad un aperitivo fra amici, magari abbinato a un tagliere di formaggi, soprattutto se stagionati. Per rimanere in ambito caseario, il Dolcetto si sposa benissimo anche con la fonduta. Il Dolcetto è un perfetto vino rosso da pranzo della domenica, specialmente se questo include arrosti e carni bianche, ma anche grigliate di carne di manzo. Per chi ama la cucina orientale, il Dolcetto è anche un ottimo compagno per il pollo al curry. Nonostante la norma voglia che il vino rosso non sia mai accompagnato a piatti di pesce, il Dolcetto rappresenta un’eccezione. Infatti, questo vino tipico piemontese è perfetto per accompagnare uno dei più tradizionali piatti del Piemonte, la bagna cauda, salsa a base di aglio e acciughe. Ma non solo, si può sconfinare nella regione Toscana e unire il Dolcetto d’Alba a un cacciucco alla livornese, una zuppa composta da varie tipologie di pesce, e arricchita con pomodoro e crostoni di pane.