Storia e caratteristiche del vitigno
Conosciuto nell’epoca dei Romani, il nome Pignoletto sembra provenire dalla forma a pigna del grappolo. Dal punto di vista genetico, le analisi definiscono che il Pignoletto e il Grechetto di Todi abbiano lo stesso codice genetico, suggerendo che anche il Pignoletto provenga dalla Grecia, grazie alle prime barbatelle che arrivarono in Italia del Sud. Le prime notizie certe risalgono invece al Seicento, da cronache dell’epoca che riportavano la coltivazione nei Colli Bolognesi, di uve a bacca bianca conosciute con il nome di “Pignole”. Oggi il Pignoletto è coltivato nei Colli Bolognesi e nell’area del modenese di Savignano sul Panaro. La sua coltivazione poi si estende in zone limitrofe come: i Colli d’Imola, i Colli di Rimini. L’influenza del mare e del vento conferiscono al vino sapidità e profumi iodati ad un vitigno già di per sé molto aromatico. È un vitigno abbastanza vigoroso, che produce grappoli di dimensioni medio-piccole e con un buon corredo aromatico, con un’acidità non troppo elevata. Il disciplinare prevede una percentuale minima dell’85% di Pignoletto e la restante parte di uve internazionali o autoctone.
Pignoletto al calice: sapidità e freschezza
Il Pignoletto ha un colore paglierino con riflessi verdognoli e spesso si trova in versione frizzante o spumante. Il profilo olfattivo si rivela delicato con note di fiori di campo, fiori bianchi, frutta a polpa bianca, lievi sentori agrumati e speziati di pompelmo, zenzero e pepe bianco. Al palato si esprime con un perfetto equilibrio tra un frutto ricco e generoso e una freschezza moderata, ma mai eccessiva. Il finale è ammandorlato e sapido. È il classico vino conviviale, perfetto da bere giovane come vino da tutti i giorni, per apprezzarne tutte le sfumature varietali, ma dopo qualche anno di affinamento in bottiglia potrebbe sviluppare interessanti aromi terziari, come nitidi cenni minerali, che gli donano complessità. Dal Pignoletto si possono produrre vini frizzanti che vengono rifermentati in bottiglia sui lieviti, vini fermi e vini passiti.
Pignoletto in cucina
Vino molto versatile, ideale in abbinamento con antipasti come crudités di pesce con pesche o con spuntini a base di mortadella. La sua freschezza può andare bene con primi piatti come: ravioli di baccalà, fregola con canocchie e datterino giallo. Il Pignoletto è quel classico vino bianco profondo, sottile e beverino adatto anche a secondi piatti di carne come il capitone arrosto con salsa acida allo zafferano e salsa all’aglio nero oppure con piatti di pesce e crostacei come il baccalà alla livornese con pomodoro.