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Trentino Alto Adige

I migliori vini rossi del Trentino-Alto Adige

La viticoltura dell’Alto Adige è ricca di sfaccettature. Nonostante le sue piccole dimensioni regionali, coi suoi 5.400 ettari, in questa regione vengono coltivate 20 varietà diverse, grazie alla sua la posizione e al clima favorevole. La regione ha solo DOC suddivise in 7 sottoregioni: Alto Adige Merano (nell’omonima zona e dintorni), Alto Adige Val Venosta (a ovest di Merano e a sud dell’Adige), Alto Adige Valle Isarco (tra Fiè allo Scillar e Varna), Alto Adige Bolzano (nella zona e dintorni), Alto Adige Oltradige (fino a Terlano a ovest del fiume Adige) e Alto Adige Bassa Atesina (corrispondente alla strada del vino). In questa regione troviamo molti vitigni autoctoni e altrettante uve a bacca rossa di origine internazionale. Tra le eccellenze del Trentino-Alto Adige troviamo Pinot Nero, Lagrein, Schiava, Cabernet Sauvignon e Merlot. Il Pinot Nero o Südtiroler Blauburgunder declinato in chiave altoatesina è forse tra le migliori espressioni di montagna per questa uva a bacca rossa. Tra i cru più apprezzati segnaliamo il Mazzon, vicino a Egna, ma esistono interessanti espressioni un po’ in tutta la regione, specie in Val Venosta. Rosso rubino luminoso, questo vino in gioventù si caratterizza per profumi di more, fragole e mirtilli per poi andare con la maturità verso note balsamiche e di speziatura, soprattutto se ha fatto un passaggio in legno piccolo, come le barrique. Il sorso è intenso, con buona freschezza e tannino croccante se molto giovane, caratteristiche che tendono a ingentilirsi col tempo.

Grandi denominazioni del vino rosso altoatesino

Il Lagrein è un vitigno autoctono dell’Alto Adige, che può essere vinificato in rosso con scritto in etichetta “Dunkel”, o in rosato ossia nella versione “Lagrein Kretzer”. Tra le zone più vocate per la coltivazione del Lagrein segnaliamo la zona di Bolzano, nel quartiere di Gries, quella di Piani e Rencio, oltre a quella di Ora. Si tratta di un vino molto riconoscibile per le inconfondibili caratteristiche organolettiche: rosso rubino, naso di spezie dolci e frutti di bosco, sorso strutturato con buona trama tannica e cenni sapidi, esuberante persistenza. La Schiava, un altro autoctono altoatesino, ha diversi cloni tra cui la Schiava Gentile, la Schiava Grigia e la Schiava Grossa. Per anni poco valorizzata, la Schiava si sta prendendo una bella rivincita per il tuo carattere trasversale che vince negli abbinamenti a tutto pasto. Dal colore rosso rubino scarico, ha un profumo delicato che richiama i fiori rossi e la mandorla amara, aromi che si ripresentano coerenti anche in bocca. È un Cabernet Sauvignon di montagna, quello che si fa in Alto Adige, che mantiene alcuni profumi tipici del vitigno, che si fondono alla mora, al mirtillo e al ribes nero, per esprimersi in bocca con potenza e grande freschezza. Probabilmente è il rosso più strutturato dei vini altoatesini, un primato che si gioca col Merlot, varietà bordolese, che qui si è ambientato molto bene, e che dà vini complessi e opulenti, segnati da profumi di confettura di frutti rossi e spezie, sorso ampio, tannini suadenti, se passato in legno.

Abbinamenti da provare

I vini in Trentino-Alto Adige, sia bianchi che rossi, hanno una lunga tradizione, essendo questa regione una delle più antiche produttrici di questa bevanda. Il territorio in questione, infatti, è costellato da vigneti collinari che lo rendono senza eguali. I vini rossi altoatesini si prestano a meravigliosi abbinamenti regionali, ma non solo. Grazie alla sua vena acida accentuata, il Lagrein si abbina perfettamente a carni alla griglia, antipasti di salumi decisi e affumicati, ma anche a pasta al ragù e lasagne. Inoltre, si presta anche ad abbinamenti con piatti della tradizione austriaca, come la Wienerschnitzel, specialmente se accompagnata da confettura di mirtilli, che richiamano i sentori di frutti rossi di questo vino. Il Lagrein Riserva, invece, richiede l’abbinamento con carni nobili e selvaggina, come il cervo o il capriolo, ma anche a piatti tipici come il gulasch, o i canederli di speck. I vini Schiava sono adatti all’abbinamento con i piatti tipici tirolesi, come i canederli in brodo, zuppe di verdura e piatti a base di funghi. Sono anche ottimi con gli antipasti e gli affettati, soprattutto lo speck e gli affettati tipici di quella zona, ma anche con la zuppa di pesce, magari servita a qualche grado in meno.

Sapori e aromi più armonici

Il Pinot Nero si abbina a numerosi piatti e ne esalta il gusto. Ad esempio, si adatta bene alla selvaggina ma anche ad arrosti, carni bianche e primi piatti, tra cui spätzle e ravioli di zucca. La cosa importante da tenere a mente è di non abbinarlo a piatti troppo elaborati, speziati, o piccanti. Il Cabernet Sauvignon è un vino che si abbina a piatti importanti quali formaggi stagionati e carni aromatiche. Il suo partner per eccellenza è la selvaggina, specialmente cinghiale, capriolo e fagiano che ne esaltano il profumo di bacche, ginepro e mirtillo. Questo vino è anche particolarmente adatto ad accompagnare verdure, vellutate, zuppe di verdure e insalate. L’abbinamento migliore è con gli asparagi, in tutte le loro varianti, cucinati con le uova, nelle lasagne o in un risotto. Un altro abbinamento assolutamente da provare è quello con il pesto, ma anche con formaggi freschi, quali ricotta, mozzarella e formaggi di capra. Il Merlot invece è un vino morbido e piacevole al palato, quindi si abbina molto bene a primi piatti con sughi di carne o a secondi a base di carni bianche o rosse arrosto. Alcuni lo apprezzano anche con piatti di pesce, soprattutto col salmone. Insomma, non vi resta altro che provare!